Dominique Strauss-Kahn (foto LaPresse)

Dialoghetto su DSK, il verro espiatorio che voleva salvare il mondo ma non riesce nemmeno a salvarsi da un'orgia

Alessandro Giuli

La premessa è che Dominique Strauss-Kahn non mi piace, non più di tre giorni fa l’ho definito un verro erotomane. Eppure – se non fosse lui il primo a negare il reato (ridicolo reato) per il quale è sotto processo in Francia e a mostrare disprezzo per le prostitute.

La premessa è che Dominique Strauss-Kahn non mi piace, non più di tre giorni fa l’ho definito un verro erotomane. Eppure – se non fosse lui il primo a negare il reato (ridicolo reato) per il quale è sotto processo in Francia e a mostrare disprezzo per le prostitute: “Mi fanno orrore” – difenderei energicamente il suo diritto di andare con le puttane o con chi gli pare, di fare orge. “Solo quattro all’anno”, dice lui, mitomane: non aveva tempo perché doveva salvare il mondo dall’alto del Fondo monetario internazionale. Poi leggo le testimonianze di alcune cocottes, professioniste dell’eros, e sento aria viziata. Ne avverto anzi la moltiplicazione seriale sui giornali italiani e stranieri. Non auguro a nessuno – maschi o femmine o altro – di fare la puttana per bisogno di denari, ma questo è pur sempre il giornale per cui “siamo tutti puttane”. Insomma la vicenda suona strumentale e peggio che senonoraquandista, mi sto facendo delle idee sessualmente scorrette e cerco di condividerle (gratis) con una complice. Il dialogo nasce così.

 

- Non erano cene eleganti, o “parentesi ricreative” come dice DSK, ma a me queste deposizioni delle prostitute con frigo vuoto non mi convincono. Sopra tutto quando Jade dice che “nel libertinaggio ci si parla, ci si conosce, si comunica”. O quando Mounia aggiunge che “non ero presente in quanto persona. E’ già tanto che non mi hanno messo la mano sulla testa per fare una fellatio”. Si credevano di essere Aspasia con Pericle (che poi i greci quanto a giochi erotici non erano delicati…). Ora, a parte che la mano dominante la usano pure le donne, a parti invertite, ma ti sembrano frasi da escort?
- Be’ direi che, a leggere anche il resto, il dolore per esempio, la mano è l’ultimo dei problemi, è quasi affettuosa, la mano.
- Dici il dolore per la sodomizzazione?
- Eh pare che quella sia stata piuttosto violenta, forse questo francese che deve salvare il mondo è superdotato.
- Forse sì, ma forse lei poteva rifiutarsi, e infatti una si è rifiutata di fare sesso senza condom mentre lui era solo con otto donne nel “carnaio”, a quel punto lui avrebbe imposto la fellatio.
- Non ci sono più le escort di una volta.
- La morale è che lui è un porco, giusto? Ma loro sono professioniste.
- Lui è un porco, e questo si sa, se è soprannominato “scimpanzé” un motivo ci sarà.
- Se lo condannano per un reato specifico, chissene, ma la mostrificazione sessual-culturale non mi piace.
- Loro sono professioniste e il fatto che DSK le disprezzi è allo stesso tempo ironico (chi pensava che fossero, delle spasimanti affascinate dai prestiti internazionali al Ruanda?) e orrendo.
- Lui era un desiderabile potente della terra, questa la sua tesi.
- Con il vizio di costringere le donne a fare sesso, come dimostra la cameriera americana.
- Ma non l’hanno archiviata quella storia?
- Il pompino è stato fatto!
- Se ne fanno tanti di pompini. Il punto è capire se c’era un reato, una violenza. E comunque: qui l’autodifesa di DSK è scarsa perché se sapeva che erano puttane ha commesso un reato, se invece non sapeva che quelle erano puttane (e non ci credo), allora l’accusa di brutalità regge, ma non fino al punto di scomodare la cultura della sottomissione.

 

[**Video_box_2**]- Che vogliamo dire? Che è un porco? Che va messo in galera? Che le puttane vanno trattate bene?
- Tutte e tutti vanno trattate e trattati bene. Vogliamo dire che lui è un porco con una linea difensiva ridicola su cui si sta imbastendo un processo senonoraquandista altrettanto ridicolo. Il corpo delle donne eccetera, vabbene, ma se una lo vende poi non può dire che s’aspettava una lezione di monetarismo da un verro.
- Sì ma così te la prendi con la povera prostituta, che non c’entra nulla.
- Ma no, dico che non possono metterci l’aggravante della sottomissione, del libertinaggio tradito.
- Ma le ragazze o i media?
- Sulle ragazze, vittime circonfuse di troppo vittimismo, il circuito mediatico-giudiziario monta la panna del maschio brutale che rovina un appuntamento per educande.
- Forse i francesi hanno l’ossessione per la sottomissione.
- Vizio occidentale. Si porta molto la sottomissione, è il nuovo nero, ma in modo ipocrita. Ci si fanno romanzi e film, tra sfumature di grigio e colonizzazione islamista.
- Però è ancora fiction la sottomissione, non può diventare capo d’accusa.
- Oh, qui voglio arrivare. La sottomissione è un sogno erotico, un incubo culturale e più spesso una finzione consensuale che può finire in modo disgustoso, ma tra cliente e prostituta difficilmente può trasformarsi in un capo d’accusa sociale.
Il dialogo finisce così, finisce con DSK nel ruolo di verro espiatorio, mitomane, erotomane, vittima delle sue “parentesi ricreative”, certo, ma al tempo stesso predatore predato dalla cattiva coscienza di chi monumentalizza il diritto astratto al libertinaggio purchessia salvo poi scoprire sdegnoso come uomini e donne possano concretamente praticarlo. E’ lo stesso processo che ha accompagnato la mitizzazione dei diritti dell’uomo trascurando il dettaglio che poi gli uomini esistono davvero. E spesso somigliano a quei maiali che dovevano salvare il mondo ma sono caduti così in basso da non poter nemmeno salvare se stessi dalle conseguenze di un’orgia.

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