Dominique Strauss-Kahn (foto LaPresse)

Un libertino alla gogna. Perché Strauss-Kahn è sotto processo

Redazione

Oggi il tribunale correzionale di Lille dovrà giudicare se Dsk è colpevole, con altre quattordici persone (dodici uomini e due donne), di “sfruttamento aggravato della prostituzione in concorso con altri”. Lo psicodramma sessual-giudiziario della Francia neo bacchettona, tra sodomia e "non poteva non sapere".

Perché l’ex direttore del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn, da oggi è sotto processo a Lille?

Il tribunale correzionale di Lille, che ha rifiutato la richiesta di svolgere il dibattimento a porte chiuse, dovrà giudicare se Dsk è colpevole, con altre quattordici persone (dodici uomini e due donne), di “sfruttamento aggravato della prostituzione in concorso con altri”. Il reato si sarebbe consumato nel corso di diciassette “serate libertine”, all’hotel Carlton di Lille ma anche a Vienna, Madrid, Parigi e Washington. Si sarebbe trattato, ha detto Strauss-Kahn, di incontri sessuali di gruppo tra persone adulte e consenzienti, comprese le giovani donne che partecipavano alle serate. L’ex direttore del Fmi sostiene di non aver mai saputo che le ragazze erano prostitute, perché erano“portate da amici” e lui non aveva l’abitudine di parlare di lavoro durante incontri evidentemente dedicati ad altro.

 

Su che cosa si basa l’accusa?

La legge francese prevede quattro casi nei quali si configura lo sfruttamento della prostituzione: aiutare, assistere e proteggere l’altrui prostituzione; trarre profitto dall’altrui prostituzione, condividendone i proventi o ricevendo vantaggi da parte di una persona che esercita abitualmente la prostituzione; ingaggiare, ammaestrare o avviare una persona alla prostituzione o esercitare pressioni su di essa affinché si prostituisca o continui a farlo.

 

Secondo il pubblico ministero che ha chiesto il rinvio a giudizio di Strauss-Kahn di fronte al tribunale correzionale (in prima battuta, nel 2013, il tribunale di Lille aveva chiesto l’archiviazione), egli non poteva ignorare la “qualità di prostitute delle giovani donne” coinvolte in incontri sessuali di gruppo avvenuti tra il 2008 e il 2011, i cui costi sono stati quantificati (tra viaggi, spese di albergo e cene) in circa centomila euro. Nelle testimonianze delle giovani, inoltre, Dsk è sempre descritto come “il re della festa”, personaggio insaziabile e centrale, “talvolta esclusivo, degli incontri sessuali”, anche se “non pagava”. Un’unica donna ha parlato di un tentativo non consumato di violenza, ma non ha mai sporto denuncia. Altre due si sono invece costituite parte civile. Dicono che non poteva trattarsi di serate all’insegna dello scambio di coppie, come pure è stato affermato da Dsk e da altri imputati, perché “a volte c’erano otto donne solo per lui”.

 

In che cosa consiste la novità di questo processo per la Francia?

In Francia, bisogna ricordarlo, pagare una prostituta non è reato. L’accusa vuole però dimostrare un coinvolgimento organizzativo e un interesse economico dell’imputato Dsk, anche se l’impianto appare deboluccio. Basti pensare che una delle “prove”, alla quale l’ordinanza di rinvio a giudizio dedica molto spazio, riguarda le pratiche di sodomia avvenute durante le serate. Così scrive l’accusa: “Indipendentemente da ogni giudizio di valore morale su questo tipo di pratica sessuale che, liberamente consentita, non interessa il diritto penale, corre l’obbligo di constatare che questo tipo di penetrazione sessuale è a volte rifiutato anche dalle prostitute. Un tale comportamento poteva dunque a maggior ragione necessitare di un ricorso a professioniste pagate”. Sono argomenti che suonano piuttosto singolari, nel paese più orgogliosamente libertino del mondo, che è oltretutto appena reduce dalle celebrazioni solenni, nel bicentenario della morte, del marchese de Sade.

 

[**Video_box_2**]E’ possibile fare un parallelo con i processi a sfondo sessuale che in Italia hanno riguardato Silvio Berlusconi?

Berlusconi è stato condannato in primo grado a sette anni di reclusione per concussione e prostituzione minorile con l’interdizione perpetua ai pubblici uffici per il cosiddetto “caso Ruby”, ma in appello, lo scorso luglio, è stato assolto dal reato di concussione perché “il reato non sussiste” e dal reato di prostituzione minorile perché “il fatto non costituisce reato”. Nel caso di Strauss-Kahn, l’ex uomo politico socialista rischia fino a quindici anni di carcere in uno dei processi più imbarazzanti che la storia recente, non solo francese, ricordi. Ma l’idea che il peccato o l’inopportunità di comportamento personale di un politico (ormai ex, nel caso di Dsk) possa trasformarsi in reato accomuna, in questo caso, l’Italia battistrada e la Francia che si adegua.

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