L'attore americano Sylvester Stallone mostra l'hashtag "#bringbackourgirls (foto AP)

Un hashtag non basta

Redazione

Più di cento rapiti da Boko Haram, ma nessuna campagna Twitter

Al tempo di Twitter, le cause umanitarie dei divi di Hollywood (e l’attacco hacker alla Sony Pictures ci ha mostrato quanto poco Hollywood sia interessata alle cause umanitarie) durano quanto un hashtag, cioè pochi giorni, per poi rifluire nel fisiologico ciclo dell’indignazione da tastiera. Così, nonostante il fiorire di #bringbackourgirls, l’hashtag per chiedere la liberazione delle oltre 200 ragazze di Chibok, Nigeria, rapite ad aprile dal gruppo terroristico Boko Haram, nessuno è rimasto sul tema tanto tempo da accorgersi che dopo otto mesi ancora non sono state riportate indietro, le ragazze, e che in Nigeria la situazione peggiora, e i rapimenti continuano. Domenica, ma la notizia è stata diffusa solo ieri, nel villaggio di Gumsuri, nel nord-est della Nigeria, un gruppo di terroristi ha fatto irruzione, ha devastato tutto e ha ucciso almeno 33 persone, in gran parte uomini adulti del villaggio. Poi i miliziani hanno radunato le donne e i bambini – almeno 185 secondo Afp e Ap, “più di 100” per Bbc e Reuters – li hanno fatti salire su dei camion e li hanno portati nella loro roccaforte nella foresta di Sambisa. La situazione nel nord-est della Nigeria è così disperata che il governo centrale ha avuto notizia dell’attacco solo quattro giorni dopo che era avvenuto.

 

La rete telefonica nella regione è completamente collassata e le strade sono inagibili o infestate da islamisti, e per arrivare a Maiduguri, la capitale della regione, e dare l’allarme, i sopravvissuti hanno impiegato tantissimo tempo, benché tra Gumsuri e la capitale vi siano solo 70 chilometri di distanza. Non c’erano soldati a Gumsuri, solo un gruppo di vigilantes che è stato annientato da Boko Haram. Il governo del presidente Goodluck Jonathan, nonostante le promesse e gli annunci, ha ormai lasciato agli islamisti il controllo del nord-est del paese, dove Boko Haram si muove liberamente, e sconfina pure nel vicino Camerun. Jonathan è a corto di mezzi: mercoledì la corte marziale dell’esercito ha condannato a morte 54 soldati per ammutinamento dopo che si sono rifiutati di partecipare a un’operazione contro Boko Haram. Ma Jonathan è anche a corto di volontà politica. Con decine di donne e bambini rapiti, e nessuna notizia delle ragazze di Chibok, un hashtag non sarà sufficiente.

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