Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Napolitano attacca l'antipolitica: "E' la più grave patologia"

Redazione

Contro politica "dilagate analisi unilaterali, tendenziose", dice il presidente della Repubblica, che sottolinea l'urgenza di reagire "denunciandone le faziosità, i luoghi comuni, le distorsioni".

L'antipolitica è "la più grave delle patologie" con cui un Paese civile deve fare i conti. Ad affermarlo è Giorgio Napolitano, che sottolinea come negli ultimi tempi, nei confronti della politica e delle istituzioni siano "dilagate analisi unilaterali, tendenziose, chiuse ad ogni riconoscimento di correzioni e di scelte apprezzabili, per quanto parziali o non pienamente soddisfacenti". Una azione, sottolinea il capo dello Stato, cui non si sono sottratti "infiniti canali di comunicazione, a cominciare da giornali tradizionalmente paludati, opinion makers lanciati senza scrupoli a cavalcare l'onda, per impetuosa e fangosa che si stesse
facendo, e anche, per demagogia e opportunismo, soggetti politici pur provenienti della tradizioni del primo cinquantennio della vita repubblicana".

 

"Così la critica della politica e dei partiti, preziosa e feconda nel suo rigore, purchè non priva di obiettività, senso della misura, capacità di distinguere ed esprimere giudizi differenziati, è degenerata in antipolitica, cioè, lo ripeto in patologia eversiva. E' urgente si è fatta la necessità di reagirvi, denunciandone le faziosità, i luoghi comuni, le distorsioni".

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