Cassano non basta più. Pochi acquisti e troppe cessioni, il Parma non è più quello dell'anno scorso (LaPresse)

Da rivelazione a flop, il Parma di Ghirardi è un esercito allo sbando

Sandro Bocchio

Cinque sconfitte consecutive, ultimo posto in classifica, tifosi che chiedono – e ottengono – confronti: da rivelazione a delusione nello spazio di otto giornate, questa la parabola intrapresa dal Parma. Una vittoria in casa del Chievo (avessi detto…) come unica soddisfazione di stagione, quindi soltanto schiaffoni.

Cinque sconfitte consecutive, ultimo posto in classifica, tifosi che chiedono – e ottengono – confronti: da rivelazione a delusione nello spazio di otto giornate, questa la parabola intrapresa dal Parma. Una vittoria in casa del Chievo (avessi detto…) come unica soddisfazione di stagione, quindi soltanto schiaffoni. Sette, per la precisione. L'ultimo è stato il più doloroso di tutti, quello registrato ancora una volta in casa, in uno stadio Tardini mai così generoso nei confronti di chi viene far visita. E' toccato al Sassuolo infierire, per conquistare una supremazia regionale e per spingere la controparte sempre più in basso. Un tardo pomeriggio imbarazzante, andato a chiudersi con lo scenario di sempre nel pallone italiano: l'allenatore che passa da fenomeno a incapace, la squadra costretta al ritiro purificatore, gli ultrà a pretendere spiegazioni. Un passaggio cui il presidente Tommaso Ghirardi si è sottoposto con docilità: "Mi hanno contestato per la prima volta, ho trovato corretto incontrarli. Sono persone che stimo, le uniche con cui è giusto confrontarsi, insieme con gli abbonati".

 

Anche perché il giovane numero uno del Parma qualcosa ha da farsi comunque perdonare, visto che il momento negativo non può essere disgiunto dalle sue decisioni. Soprattutto quella di dimettersi dopo la clamorosa bocciatura dell'Alta Corte del Coni, la sentenza che aveva tolto alla squadra l'opportunità di partecipare all'Europa League conquistata con il sesto posto della scorsa stagione. Tutta colpa di un ritardato pagamento di 300.000 euro di Irpef, un particolare che aveva negato la concessione della licenza Uefa (necessaria per presentarsi al via nelle coppe europee) e che aveva aperto la strada al Torino come sostituto. Una decisione che Ghirardi aveva preso malissimo, ufficializzando un personale passo indietro ("Sono riusciti a farmi abbandonare il mondo del calcio") in realtà mai concretizzatosi, fino al naturale ritiro delle dimissioni a metà settembre. Tre mesi in cui Ghirardi ha atteso invano che qualcuno si facesse avanti per sostituirlo, tre mesi in cui – soprattutto – il Parma è rimasto fermo nel momento più delicato, quello della costruzione della squadra. La società emiliana si è trasformata da centro motore di mille trattative in desaparecida del mercato. La ammiravi sempre attiva e operativa, presente in ogni operazione, ha finito per agire di rincalzo: ingressi ridotti al lumicino, dismissioni a getto continuo, anche la sfiga di vedere cessioni potenzialmente appetitose svanire per guai fisici del giocatore in questione, come Biabiany al Milan. Un immobilismo che, se da un lato non ha portato a stravolgimenti del gruppo, dall'altro ha condotto a un suo indebolimento, ulteriormente accentuato da una catena biblica di infortuni e dal logoramento di protagonisti del recente passato. Come Antonio Cassano, tornato tutt'altro che rivitalizzato dal Mondiale brasiliano.

 

[**Video_box_2**]E il calcio, secondo abitudine, non perdona. Roberto Donadoni le sta provando tutte, ma il Parma che soltanto pochi mesi fa godeva di stima generalizzata, oggi appare un esercito allo sbando. Come avviene a ogni entità organizzata in assenza di chiarezza nella catena di comando. Quella chiarezza che Ghirardi sta cercando di riconquistare, facilitato da una realtà tra le più disincantate d'Italia – fredda negli entusiasmi come nella contestazione, quindi contenuta nei modi – e al tempo stesso frenato da una classifica drammatica. Al tecnico il presidente ha concesso ancora una possibilità di salvezza, ma questa durerà lo spazio di due partite prima di procedere ai saluti anticipati. L'aspetto curioso è rappresentato dall'avversaria da cui dovrà partire l'operazione rinascita perché, nel turno infrasettimanale, il Parma sarà impegnato in trasferta con il Torino, proprio la squadra cui Ghirardi fa risalire la causa dei suoi mali: "I problemi di oggi nascono dalla nostra mancata partecipazione alle coppe", ha sottolineato ancora un volta. La partita di mercoledì giunge opportuna: per chiudere dolorosamente un cerchio oppure per cominciare a scrivere un nuovo capitolo.

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