Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (foto LaPresse)

La legge di stabilità al vaglio del Quirinale

Redazione

Sarà "oggetto di un attento esame". Per Poletti il governo ha lavorato per una "stabilizzazione nelle politiche sociali". Resta incertezza sul giudizio dell'Ue sulla legge di stabilità.

La legge di stabilità 2015 è arrivata al Quirinale ed "è in attesa di bollinatura da parte della Ragioneria Generale dello Stato" e sarà "oggetto di un attento esame essendo per sua natura un provvedimento molto complesso". La conferma è arrivata dall'Ufficio Stampa della Presidenza della Repubblica.

 

In mattinata il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, nel corso dell'audizione alla Commissione Affari, è intervenuto a proposito della finanziaria spiegando come il governo " è andato in direzione di una stabilizzazione nelle politiche sociali", nonostante ci sia "un problema di quantità di risorse": "Anche se le risorse assegnate non sono quelle che si potevano attendere - ha sottolineato il ministro - c'e' ancora un pezzo di lavoro da fare nella discussione parlamentare: dovremo trovare modalità e forme per affrontarlo". Secondo il ministro, rispetto ai livelli di povertà "non c'e' coerenza tra risorse destinate e bisogno" ma "al di là della quantità c'è un problema di strumentazioni che sono disarticolate", improntate a "logiche diverse una dall'altra che a volte non riescono a produrre elemento integrazione". Occorre quindi - ha concluso - "affrontare la determinazione complessiva degli interventi".

 

E' ancora tutto incerto invece il risultato del negoziato in corso tra Bruxelles e Roma sulla legge di stabilità. La Commissione europea non ha ancora chiesto formalmente informazioni su certi aspetti della legge di bilancio 2015 che non considera sufficienti o sono basati su valutazioni sulle quali ha dei dubbi. Nel frattempo, ha indicato lo stesso responsabile degli affari economici Jyrki Katainen, continuano i contatti a livello tecnico per chiarire i punti sensibili della finanziaria. Nelle ultime ore, però, al negoziato tecnico, sulle poste di bilancio e sulle cifre finali, si affianca il negoziato a livello politico. Più che un negoziato si tratta di un viavai di messaggi il cui risultato finora è del tutto indecifrabile. Il tempo incalza: i meeting preparatori per l'ultima riunione della Commissione Barroso, mercoledì prossimo, partiranno venerdì.