Matteo Renzi durante il summit dell'Asem in corso a Milano (foto LaPresse)

Renzi alle Regioni: "Fate la vostra parte". Chiamparino replica: "Parole offensive"

Redazione

Il premier risponde alle accuse rivolte dagli enti locali e chiede che anche loro taglino gli sprechi: "Non prendano in giro gli italiani", ammonisce.

Eì scontro aperto tra il governo e le Regioni, con uno scambio di battute particolarmente acceso sui tagli imposti dalla legge di stabilità agli enti locali. "E' inaccettabile che ci siano polemiche da parte di chi" minaccia "di rialzare a livello locale le tasse. Sarebbe un atto al limite della provocazione", ha detto Matteo Renzi rivolgendosi agli enti locali a margine dell'Asem, riferendosi alle critiche sulla legge di stabilità. "Vorrei che fosse chiaro il gioco a cui stiamo giocando" affinché "nessuno prenda in giro gli italiani. Finalmente si attaccano gli sprechi e si riducono le spese", aggiunge Renzi, che poi incalza le Regioni: "Si tratta di gestire meglio i soldi degli italiani. Alle Regioni è chiesto un contributo di 2 miliardi, di 4 se si considera anche l'accordo di luglio. Serve senso della misura", afferma il presidente del Consiglio.  "Il governo sta facendo la propria parte" nel taglio delle spese e degli sprechi, "partendo proprio da Palazzo Chigi", ora siano le Regioni "a tagliare", ha detto il premier. Altrimenti - sostiene Renzi - saranno i cittadini a farsi "sentire" nel respingere "parole contro la realtà". Il premier ha comunque lasciato aperte le porte per un dialogo con gli enti locali: "Noi siamo pronti ad incontrare i presidenti delle Regioni", ma, ha ammonito, "saremo seri fino in fondo".

 

 

"Considero offensive le parole di Renzi. Ognuno deve badare ai suoi sprechi. Se andiamo a vedere nei ministeri, gli sprechi non ci sono?". Il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, commenta così il tweet con cui il premier Renzi ha 'bacchettato' le proteste dei governatori sui tagli previsti nella legge di stabilità. "Questo dimostra - ha aggiunto Chiamparino - che non si vogliono stare a sentire le nostre ragioni. Se non vogliono sentire le nostre ragioni, prenderemo atto che non siamo più parte di questo stato. Credo che fra livelli istituzionali sarebbe utile, prima di esprimersi con toni offensivi, cercare di trovare un ragionamento comune".

 

"Non si può escludere" un aumento delle tasse da parte delle Regioni a causa dei tagli previsti nella legge di stabilità, conferma il commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica, Carlo Cottarelli, arrivato nel tardo pomeriggio a Bologna per tenere una lezione agli studenti della Johns Hopkins University. "Però poi saranno gli elettori delle Regioni che decidono se è una buona idea, per la loro Regione, avere maggiori tasse oppure una riduzione di spesa. Si deve lasciare la scelta alle Regioni stesse, poi i cittadini delle Regioni giudicheranno", ha spiegato Cottarelli.

 

In mattinata, il minsitro dell'Economia Pier Carlo Padoan aveva ammesso che le Regioni potrebbero aumentare le tasse a seguito dei tagli previsti dalla legge di stabilità. Da parte loro, gli enti locali avevano lanciato un forte allarme sulla sostenibilità dei tagli che sarebbero previsti dalla legge di stabilità nella Conferenza dei presidenti delle Regioni. I presidenti, pur condividendo la necessità di una manovra espansiva, hanno definito i tagli prospettati troppo pesanti: "La manovra così come si configura è insostenibile", ha detto Chiamparino. La decisione del governo "incrina il rapporto che dovrebbe essere di lealtà istituzionale e di pari dignità istituzionale tra enti dello Stato", ha concluso Chiamparino.

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