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Per la Bce l'Eurozona resta debole. E le banche continuano a non prestare soldi

Redazione

L'Eurotower dice che le prospettive economiche sono al ribasso. Forse una ripresa moderata nel 2015. La Banca d'Italia: "Gli istituti di credito restano cauti verso le imprese".

"I rischi per le prospettive economiche dell'area dell'euro restano orientati al ribasso". Lo ha scritto la Bce nel suo rapporto di ottobre, dove spiega che "il recente indebolimento della dinamica di crescita nell'area dell'euro, unitamente all'acuirsi dei rischi geopolitici, potrebbe ripercuotersi sul clima di fiducia e soprattutto sugli investimenti privati". E comunque fa notare che, dopo quattro trimestri di moderata espansione, "il pil in termini reali" dell'area "è rimasto invariato tra il primo e il secondo trimestre" e che i dati recenti "confermano l'indebolimento della dinamica di crescita", il cui trend è coerente "con una modesta espansione economica nella seconda meta' dell'anno".

 

Per il 2015, secondo la Bce, "continuano a sussistere le prospettive per una moderata ripresa" anche se alla domanda interna, sostenuta dai tassi bassi, dai miglioramenti delle condizioni finanziarie, dai progressi nel risanamento dei conti pubblici e dalle riforme strutturali (e dal calo dei prezzi dell'energia che sostiene il reddito disponibile reale), si contrappongono i problemi "della disoccupazione elevata e la cospicua capacita' produttiva inutilizzata".

 

Altre incognite sono rappresentate, secondo l'Eurotower, anche dal "perdurare di un tasso di variazione negativo dei prestiti bancari al settore privato e dagli aggiustamenti di bilancio necessari nei settori pubblico e privato continuino a frenare la ripresa".

 

Altri dati negativi sono arrivati dalla Banca d'Italia e riguardano i prestiti alle imprese messi a disposizione dal settore bancario. Ad agosto i prestiti ai privati, corretti per tener conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari, hanno registrato una contrazione su base annua del 2,5 per cento (-2,6 per cento a luglio). I prestiti alle famiglie sono scesi dello 0,8 per cento sui dodici mesi (-0,7 per cento nel mese precedente); quelli alle società non finanziarie sono diminuiti, sempre su base annua, del 3,8 per cento (-3,9 per cento a luglio).

 

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