Sergio Marchionne e Luca Cordero di Montezemolo (Foto LaPresse)

Cattiva uscita

Alessandro Giuli

Ventisette milioni di euro e nemmeno gli bastano. “Sappia la Fiat che è troppo poco”, ha detto Luca Cordero di Montezemolo per commentare con supposta facondia la buonissima uscita che gli viene assicurata dalla casa di Torino, 13,2 milioni entro l’inizio del 2015, il resto in comode rate (per lui) fino al 2035.

Ventisette milioni di euro e nemmeno gli bastano. “Sappia la Fiat che è troppo poco”, ha detto Luca Cordero di Montezemolo per commentare con supposta facondia la buonissima uscita che gli viene assicurata dalla casa di Torino, 13,2 milioni entro l’inizio del 2015, il resto in comode rate (per lui) fino al 2035. In pratica un vitalizio da superconsigliere regionale. E qui premono già nel petto le prime domande: se li sarà meritati? C’è forse di mezzo una clausola di non concorrenza con la quale Fiat e Ferrari si mettono al riparo dalla possibilità che la temibile qualità professionale di LCdM finisca al servizio di una ditta rivale? O forse nella clausola c’è scritto al contrario che Montezemolo, in cambio di tutti quei quattrini, s’impegnerà con ogni sua energia per diventare presidente della Mercedes? Sia come sia, sarebbe sbagliato stupirsene: nelle società che contano, e nell’alta società dei grandi dirigenti, quando non si è rimossi mediante promozione, si viene ricoperti di assegni per sloggiare in fretta e bene. In America funziona così, dicono, tra stock option e oro liquido, e anche Sergio Marchionne al riguardo saprà il fatto suo. Nella più povera Italia sarebbe forse venuto il tempo di eccepire, ma, in mancanza d’unità di misura sulla bravura dei manager, è sempre la magistratura a fare il lavoro sporco e autoincaricarsi del così detto ricambio delle élite.

 

Eppure il bello, per Montezemolo, non sta solo nei denari accumulati (centododici milioni) e in quelli che accatasterà ancora, come da contratto, il bello arriva dopo ed è nero su bianco con firme di avvocati: “Montezemolo conserverà in via temporanea il diritto di acquistare prodotti del gruppo Fiat con alcune facilitazioni nonché di taluni servizi attinenti la sicurezza”. Insomma gli prestano l’autista o forse mezza scorta, e in allegato l’ex uomo Ferrari ha strappato pure il buono-sconto per gli acquisti Fiat, modello Groupon. E’ un privilegio piccolo-borghese che vale un po’ come i vecchi incentivi per i consumatori di massa della Grande Punto – ci sono famiglie che, per fedeltà decennale a questo modello d’auto tanto popolare, meriterebbero più del trattamento montezemoliano – ma potrebbe anche riguardare altre piccole voluttà. Per esempio, chessò, l’orologio da polso al quarzo con ghiera color Ferrari, in policarbonato trasparente, movimento Myota/Citizen, logo in rilievo rosso rubino e indici radium per lettura notturna. Nello store online di Fiat costa 29,18 euro (escluse le spese di spedizione e quelle di contrassegno), magari LCdM potrebbe aggiudicarselo a metà prezzo (14,59 euro) fino al 2035. A Roma si dice: roba da pulciari, ma il mondo è pieno di ricchi che riciclano vecchi regali o si fanno prestare a uffa cinquanta euri per le sigarette. Nel 2011, al centro di uno scandalo giornalistico-spionistico dal quale è poi stata assolta, Rebekah Brooks s’è dimessa da amministratore delegato di News International: gruppo Murdoch, padrone di Sky. Non è dato sapere se nella sua buona uscita sia stata compresa anche l’elargizione di un decoder gratis per qualche decennio. Ma noi siamo in Italia, e il cliente medio della Grande Punto è qui che soppesa il giornale con la foto di LCdM e sorride: bravo Luchino, anche stavolta ci facciamo riconoscere.