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Ecco i gingilli della Apple che ci cambieranno la vita (di nuovo)

Michele Boroni

Se negli ultimi anni le novità presentate non sono state così rivoluzionarie come quelle del periodo in cui era ancora in vita Steve Jobs, l’evento che si svolgerà oggi a Cupertino si preannuncia ricco di novità che potranno cambiare lo scenario tech prossimo venturo.

Milano. I tipi di Apple sono da sempre molto bravi a creare il clima di attesa per le presentazioni dei nuovi prodotti (keynote), una sorta di messa cantata per gli evangelist, gli irriducibili fan e tutti gli appassionati di tecnologia. Ma se negli ultimi anni le novità presentate non sono state così rivoluzionarie come quelle del periodo in cui era ancora in vita Steve Jobs (nel 2007 quando fu introdotto l’iPhone o nel 2010 per il lancio dell’iPad), l’evento che si svolgerà oggi a Cupertino – ore 10 locali, le 19 da noi – si preannuncia ricco di novità che potranno cambiare lo scenario tech prossimo venturo. I segnali ci sono tutti. Se in passato l’annuncio alla stampa avveniva solo una settimana prima, questa volta l’invito è arrivato con largo anticipo, anche a quei siti, tipo Gizmodo, mal visti da Apple per la loro capacità di “bruciare” le novità. Inoltre la presentazione è prevista al Flint Center for the Performing Arts nel campus del DeAnza college di Cupertino, che fu sede di due eventi significativi della storia dell’informatica: la presentazione del Macintosh originale nel 1984 e il ritorno pubblico di Jobs con l’iMac nel 1998.

 

Nel frattempo quel regime di segretezza che di solito caratterizza le presentazioni Apple si è un po’ allentato, e sono emerse alcune informazioni su quel che saranno le principali innovazioni dell’iPhone di sesta generazione: un display più grande ma gestibile con una sola mano; la presenza del chip Nfc che permetterà di effettuare pagamenti istantanei via smartphone, in accordo con i principali istituti di credito (da Citigroup ad American Express fino a Bank of America), e pare che anche il nuovo disco degli U2 sarà precaricato su ciascun nuovo iPhone venduto. Sul nuovo iPhone – che molto probabilmente dovrebbe chiamarsi iPhone6, anche se sui nomi in passato ci sono state alcune sorprese – nei giorni scorsi sono usciti alcuni video dell’assemblaggio recuperati direttamente dalle fabbriche cinesi dove il nuovo smartphone Apple viene prodotto.

 

[**Video_box_2**]Certe informazioni sono in realtà una specie di “contentino” studiato ad arte per mantenere ancora per poche ore il segreto su ciò che si preannuncia come la vera notivà disruptive della gestione di Tim Cook, ceo di Apple dal 2011: lo smartwatch, quello su cui stanno lavorando da qualche anno a Cupertino, e che tra gli addetti ai lavori chiamano iWatch (nome mai confermato da Apple). Su questo nuovo oggetto il livello di segretezza è ancora molto alto. Non conosciamo ancora come sarà e come funzionerà, ma sappiamo che farà coppia con l’iPhone e sarà il primo prodotto di wearable tech di Apple, la tecnologia da indossare. In sé lo smartwatch non rappresenta una vera novità – i principali competitor di Apple come Samsung e Sony hanno in questi giorni presentato i modelli di seconda o addirittura terza generazione all’Ifa di Berlino, la fiera internazionale dell’elettronica. In realtà gli smartwatch non stanno avendo il successo pronosticato: oggi lo smartphone rimane l’oggetto cardine per la mobilità e nessuno, tranne qualche geek impenitente, sente il bisogno di una protesi al polso del proprio cellulare. Ma pare che la Apple abbia due assi nella manica: l’aspetto e l’utilizzo specifico.

 

Nessuno dei competitor ha mai prestato attenzione all’aspetto degli orologi tech, invece Apple considera da sempre il design e la forma come sostanza primaria dei propri oggetti e non è un caso che gli ultimi manager arrivino da Burberry, Saint Laurent e Tag Heuer. Pare inoltre che l’iWatch – che molto probabilmente andrà in commercio solo nel 2015 – non sarà un’estensione dello smartphone (e quindi con la funzione di leggere mail, notifiche dei social etc) ma un’evoluzione dei braccialetti di self tracking, come i Jawbone o i Fitbit (questi sì, di grande successo) legato quindi più al benessere e alla salute corporea piuttosto che all’ennesimo dispositivo per gestire l’overload informativo.

 

“Vorremmo potervi dire di più”, recita la frase dell’invito alla presentazione. Basta comunque collegarsi alle 19 sul sito Apple per assistere via streaming al keynote.

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