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Il divin Cav.

Stefano Di Michele

B. sotto accusa assieme a De Sade. Svolta del Fatto e di MicroMega: dalle manette al frustino. E' il sesso “un’attività semplice e alla portata di tutti, come bere un bicchier d’acqua” oppure “qualcosa che va coltivato nel mistero”, che casomai si raccoglie un po’ di firme per svelarlo la prossima estate?

Luglio, 22.  (Redazione Fatto). Sì, va bene, ragazzi… Sì, c’è sempre lo zozzone Berlusconi. Il golpista  Napolitano. Vigili stiamo sull’autoritario Renzi (Flores ha firmato, lì siamo a posto). Non perdete d’occhio Dell’Utri, pure se sta “ar gabbio” – che solo dire “ar gabbio” arrapa, eh? Va beh, la buonanima di D’Alema… Verdini/Greganti/Boschi, occhio vispo! Però, ragazzi, che palle! Sempre gli stessi. Gomez, non ti distrarre sempre! Ci vorrebbe, ecco, ci vorrebbe… Ehi, Barbara, ciao! Allora, com’è Bruxelles? Oh, certo, lì la democrazia ha un respiro europeo, vuoi mettere… Dici che hai un’idea per rinnovare il repertorio? Ah, perfetto, grazie de core, davvero. Daje sotto, Barbare’, che sennò ci tocca ancora Pippo Civati.

 

Luglio, 23. (Redazione Fatto). Cazzo, ragazzi, avemo fatto er botto! Grande Barbara! Quella è l’aria di Bruxelles… Mica potevamo sempre scassare le palle  con le troie, adesso svoltiamo con gli intellettuali, si passa ai cattivi maestri! Gomez, chiamatelo! Ve lo scordate sempre! Calmo, Marco, aspetta prima di farne un monologo da mettere in scena… Grazie del pensiero, ora non possiamo sentirlo…

 

Pag. 7 del Fatto. Ieri. Meglio di Mangano.  Meglio dello stalliere di Lady Chatterley. Barbara Spinelli dà la svolta: “Così Berlusconi portò De Sade a Palazzo Chigi” – dopo anni convinti che avesse portato Ruby ad Arcore. C’è pure il Cav. ritratto, parrucca settecentesca, rasoi e forbici e pinze, così che la classica aspettativa delle manette quasi mirabilmente pare sommarsi con l’evocazione del frustino – sìììììì!!!, godoooooooooo!!!! E c’è proprio da godere, a leggere l’elaborato – disvelamento di una sorta di associazione a delinquere tra B. e il divino marchese, e pure qualcun altro, diciamo così, passabile di concorso esterno: “La questione è insieme antropologica e politica. Il libertinismo ha una lunga storia, e ha come punto di riferimento due personaggi definiti divini per paradosso: l’Aretino del XVI secolo, e poi il ‘divin marchese’ che fu De Sade”. Viene formulato articolato capo d’accusa – “lo spirito di negazione”, viene prosciolto per il rotto della cuffia: “Ma Sade è uno scrittore. Lavora con la fantasia e la penna. Nelle sue opere erige il diritto del più forte a dogma assoluto e lo descrive, ma non è mai sceso in politica”. Al più, nel caso, è sempre credibile come nipote di Maria Teresa d’Austria. Quell’altro, invece: “Il marchese De Sade installato a Palazzo Chigi è dinamite non letteraria o artistica o naturale, ma pericolo pubblico che ha degradato e in parte distrutto l’Italia”. Deve essere il nuovo fronte di lotta, questo. Perché mentre De Sade prende il posto di Nick Cosentino, su MicroMega – là dove dibattevano una volta Ingroia e Flores e Rodotà-tà-tà – c’è uno sfavillante debutto di benemeriti quale Rocco Siffredi e la pornostar Valentina Nappi (dibattito su sesso e tabù con Maria Latella: vi piace vincere facile, eh?), in un ideale risolutivo passaggio, sia detto con ogni rispetto, ma senza sottovalutare le conseguenze sul morale dei resistenti, dalla sega mentale alla sega pratica. Insomma, è il sesso “un’attività semplice e alla portata di tutti, come bere un bicchier d’acqua” oppure “qualcosa che va coltivato nel mistero”, che casomai si raccoglie un po’ di firme per svelarlo la prossima estate? Così, tra De Sade e Siffredi (la mejo trattativa possibile) la morale si piazzò nell’estate 2014. Patiscono, i moralisti, le sventure delle loro virtù. 

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