L’ex confessore tecnico della Nazionale Cesare Prandelli abbraccia Buffon dopo l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale. Buffon, intanto, tenta di accoltellarlo alle spalle (foto LaPresse, didascalia O

Prandelli se ne fotte della morale e la procura di Roma indaga Suárez così, per sport

Jack O'Malley

C’è modo e modo di uscire da un Mondiale. Ci si può far ridere dietro dalla stampa per non essere riusciti a mettere in campo una squadra vincente, per avere un allenatore ridicolo e giocatori troppo giovani o troppo vecchi. E questo è il caso dell’Inghilterra. Poi c’è l’Italia.

Londra. C’è modo e modo di uscire da un Mondiale. Ci si può far ridere dietro dalla stampa sportiva per non essere stati in grado di mettere in campo una squadra vincente, per avere un allenatore ridicolo e giocatori troppo giovani o troppo vecchi. E questo è il caso dell’Inghilterra. Poi c’è l’Italia, dove la sconfitta in Brasile è stata gestita in modo surreale: fuga del c. t. in Turchia senza nemmeno una spiegazione, fuga del presidente della Figc che lascia il caos dietro di sé e un presidente ancora più anziano davanti a sé, retroscena sul ritiro pubblicati su tutti i giornali da far impallidire il Daily Star, e via dicendo. Almeno Hodgson ha avuto la decenza di non firmare per un ricco club di un campionato minore e di abbandonare le proprie responsabilità verso il suo popolo prima della fine del lutto. Probabilmente ha ragione Rio Ferdinand quando dice che all’allenatore manca un “extra ingredient”, ma la dignità no, quella non manca, e in questa coppa del mondo fortunatamente latino-americana solo per metà preservare l’onore non è poco. Il capolavoro finale è la procura di Roma che, dopo un esposto del Codacons, apre un’inchiesta sul morso di Suárez a Chiellini che sarebbe “un reato commesso all’estero a danno di un connazionale”. Povero Suárez, non gli bastava il biasimo della Fifa e dei perbenisti tutti, ora dovrà anche preoccuparsi della magistratura italiana (ringrazi che è la procura di Roma, e non quella di Milano, altrimenti almeno ci saremmo goduti una faida interna con procuratori in cerca di gloria che mandano i loro personalissimi periti a raccogliere prove sulla spalla di Chiellini). Indagano Suárez, e poi? Quale pena sperano di ottenere, la museruola? Il 41 bis? I servizi sociali a Cesano Boscone? Potrà però finire la sua carriera tranquillamente, e forse cominciare quella da allenatore: dati i tempi certi della giustizia in Italia, forse riceverà un invito a comparire quando in bocca avrà la dentiera. Roba “da brividi”, come titolerebbe un giornale italiano a caso. Noto con dispiacere che i media sono tornati nella fase pre-Mondiale: ora che le partite sono poche, ma le pagine sempre quelle, giornali e siti ci propinano vaccate inutili ma sempre “da brividi” (il discorso di Yepes, il coro dei giocatori argentini, il pianto di un giocatore sudamericano qualsiasi…). 

 

Da brividi semmai è la notizia di Pato che vorrebbe tornare in Italia e “l’Inter ci pensa”, o l’entusiasmo per gli acquisti che leggo in questi giorni. Una volta i giocatori a fine carriera e senza contratto andavano in America o negli Emirati, adesso gli scarti della Premier League senza rinnovo vengono a svernare in Serie A. Ashley Cole è un signor giocatore, sia chiaro, ma se Mourinho non gli ha prolungato il contratto qualche motivo buono ce lo aveva, I suppose. Meglio Istanbul, a questo punto, dove Prandelli è volato in fretta, forse pagando un supplemento alle Turkish Airlines per il trasporto del confessionale, e dove spero che l’Università gli dia presto un corso in etica dello sport applicata ai grandi tornei. Titolo: “Non vinco un cazzo ma la prendo bene e lo insegno alle nuove generazioni”. E adesso che giornalisti e calciofili italiani finalmente la pensano come me su Prandelli, mi viene la forte tentazione di stare dalla sua parte. Ma basta un bicchiere di brandy e passa subito.