Campbell fa impazzire la difesa dell'Uruguay (foto LaPresse)

Uruguay bollito, adesso attenti alla Costa Rica

Piero Vietti

Non ci farete mai dire che è il Mondiale delle sorprese, ma una cosa finora è certa: dimenticate i primi tempi. Nelle prime partite si è deciso tutto (o quasi) nei secondi 45 minuti.

Non ci farete mai dire che è il Mondiale delle sorprese, ma una cosa finora è certa: dimenticate i primi tempi. Nelle prime partite si è deciso tutto (o quasi) nei secondi 45 minuti. Ma se della vittoria dell’Olanda ieri ha stupito la differenza di reti, il 3-1 della Costa Rica sull’Uruguay insegna almeno un paio di cose. 

 

1) La Costa Rica non è squadra materasso, come si erano affrettati a scrivere tutti nei giorni passati. Contro Cavani e compagni non hanno sbagliato quasi nulla. Hanno corsa, voglia e persino qualche idea. Capitare in un girone in cui il dubbio degli esperti era capire quali due delle altre tre sarebbero arrivate agli ottavi, come se la Costa Rica non esistesse, è stato un bel vantaggio: l’Uruguay stasera era contrato, mai veramente pericoloso, ed è andato in vantaggio grazie a un fallo da rigore ingenuo di Diaz. Dopo è andato in bambola, ha subito le ripartenze della Costa Rica sulla fascia destra fino all’idiozia molto uruguagia di Pereira che al 93’ ha rifilato un calcione inutile a un avversario. Le scuse immediate e lo sguardo di chi sa di avere appena combinato la cazzata dell’anno non gli sono servite a evitare il rosso: gli occhi che guardavano il cartellino rosso sventolato dall’arbitro erano quelli di chi sa che se non tutto almeno molto è perduto.

 

2)  Non si vive di gloria passata. I commentatori sportivi davano l’Uruguay tra le favorite, ma che la squadra di Tabarez non fosse più quella della Copa America era chiaro da tempo. Cavani in campo sembrava quello del Paris Saint-Germain: abulico, avulso dal gioco, poco coraggioso e raramente utile alla squadra. Peccato che in Brasile non soffra la concorrenza e il carisma di Ibrahimovic. Sono già cominciati i calcoli su come potrebbe finire il girone dell’Italia, adesso che la “Pura vida” della Costa Rica ha smentito i pronostici. Attenti, ora si cerca un’altra squadra materasso.

Di più su questi argomenti:
  • Piero Vietti
  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.