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Il sillogismo del proporzionale

“Si può votare, si può votare benissimo con il sistema proporzionale che ci ha restituito la sentenza della Corte costituzionale. Il maggioritario in Italia ha fallito, la Repubblica è rimasta parruccona e ingovernabile. Napolitano credo si dimetterebbe, meglio questo che un altro pasticcio”. Piccolo, lievemente curvo in un golfino grigio, il volto che raggia un’intelligenza vitale, a marzo Emanuele Macaluso compirà novant’anni, “l’età della ragione” dice scherzando mentre si cala con precauzione nella poltroncina coperta di cretonne rosso in questa stanza che gli fa da studio  ma anche da salotto ingombro di libri e di giornali, nella sua vecchia casa al quartiere Testaccio. Leggi anche Scoppia il casino Renzi-Berlusconi - Leggi l'editoriale Caccia all'uomo nuovo

16 GEN 2014

Due fiorentini e un siciliano

Il patto a due sulla legge elettorale tra Renzi e il Cav. non c’è senza Alfano

Hanno parlato per tre ore fingendo noncuranza e spiritosa frivolezza. Si conoscono bene, palleggiano tra loro frottole e barzellette, sono tutti e due fiorentini, possiedono la stessa grammatica. E dunque quando ieri pomeriggio  si sono incontrati riservatamente a Roma, Matteo Renzi e Denis Verdini si sono capiti subito, entrambi maneggiano lo scambio e la trattativa politica come cose ovvie, naturali e riposanti, con familiarità. Renzi vedrà il Cavaliere giovedì, o forse venerdì. “L’accordo sulla legge elettorale è fra te e Berlusconi”, ha detto Verdini al segretario del Pd, con un tono complice, esclusivo, lui che si trova nella condizione d’incarnare gli umori mobili, anzi mobilissimi del Sovrano di Arcore.

15 GEN 2014

Alchimie per nuovi capi

La monarchia anarchica tra successione dinastica e investitura di Mr. Toti

Chiuso ad Arcore Silvio Berlusconi ascolta tutti, prevede tutto, aggiusta tutto. E lo fa col suo sorriso un po’ incantato che spesso diventa il sorriso eroico del padrone, se no inalberando sul viso quell’aria stanca propria dei tipi instancabili come lui: vuole promuovere Giovanni Toti, ma non vuole scontentare Denis Verdini, asseconda il desiderio del cambiamento, ma non coltiva intenzioni punitive, ha una parola buona per ciascuno.

14 GEN 2014

Con il cool degli altri

Fratelli di spin, ovvero come dire tutto e niente nell’èra del Cav. e Renzi

L’uno crea stati d’animo più che contenuti, e dunque diffonde un’email e la chiama “job act”, sublime effetto di scena, teatro dell’evanescenza, e in effetti sembra che la grande riforma ci sia, e anche i siti internet dicono che l’Europa la approva, eppure la grande riforma non c’è, è un’email, generica, si vedrà. L’altro tira fuori dal cilindro sempre nuovi dinosauri, leadership alternative e freshe, un po’ vere e un po’ no, oggi le chiama Giovanni Toti, come un tempo si chiamavano Maurizio Scelli, Michela Vittoria Brambilla, Angelino Alfano: accende l’attenzione, occupa uno spazio, vede l’effetto che fa, se poi non funziona, se poi non gli piace, butta tutto e ricomincia da capo.

10 GEN 2014

Scissione o correntone?

A sinistra di Renzi c’è un partito in piena crisi di rigetto: il Pd

Presenta una bozza del suo documento sul lavoro battezzato all’americana “Job act”, e come Silvio Berlusconi chiede di sforare il limite del 3 per cento nel rapporto tra defici e pil (“non lo sforeremo mai”, dice invece Enrico Letta), poi salta in groppa al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, gli tira due scudisciate, censura il “pasticcio” sulla scuola, e poiché è di un’impazienza meticolosa, spinge il suo disincanto per la dissipata vita di partito fino a confessare agli amici che, “se vogliono, quelli del governo possono anche tenersi le poltrone ma non devono rompermi le scatole se faccio politica per conto mio”. Leggi anche Festa La vera casta corrierista che ci soffoca e ora ha paura del voto (e di Renzi)

09 GEN 2014

“Paraculettismi”

A promettere è lesto, ma Letta tutto fa tranne che politica

E già Matteo Renzi un po’ teme il momento in cui toccherà a lui sprofondare nella poltroncina di broccato, nello studio di Palazzo Chigi, di fronte a Enrico Letta, lì dove ieri si è seduta Stefania Giannini, la vice di Mario Monti, primo di una lunga serie di incontri, vertici e parole che il presidente del Consiglio chiama “impegno 2014”, “consultazioni” tra i leader delle forze politiche per un nuovo patto di governo da chiudere entro la fine del mese. Un tempo si chiamava verifica.

08 GEN 2014

Pagare dazio

La vecchia guardia Ds mastica fiele e medita vendette antirenziane

“Renzi non è Berlusconi, a lui non è concesso di fare tutto senza mai pagare dazio. Non è composto d’una luce immortale e d’un pingue portafoglio”. Ed è con un tono di saggia e allusiva condiscendenza che Ugo Sposetti, il tesoriere dei Ds, lui che ne ha viste tante – “sapeste che fatica spiegare Renzi ai compagni più anziani” – soppesa le mosse, le sbavature, i successi e la spavalderia mocciosa del suo giovane segretario, quello del “Fassina, chi?”, il ragazzino che non piace a Massimo D’Alema né a Giorgio Napolitano, quel Matteo Renzi che agli occhi di un uomo con la biografia di Sposetti deve apparire bizzarro, come selvaggio. Cerasa Stefania Giannini spiega perché Renzi può prendere il posto di Letta a Palazzo Chigi - Leggi l'editoriale L’illusione d’un patto di governo e i destini paralleli di Letta e Alfano

07 GEN 2014

Dove c’è un principe c’è Gad

Va volentieri in bicicletta come Prodi, si scopre ecologista come Milly Moratti, va a incontrare Afef alla Fiera dei fiori dei Giardini pubblici, alla Scala veste in black tie come i capitani d’industria, il pomeriggio ama discutere di politica e di Pd con il banchiere Alessandro Profumo e, se c’è, anche con la moglie del banchiere, Sabina Ratti, manager dell’Eni. Se passa da Roma cena da Carlo De Benedetti nell’attico di via Monserrato, si concede più di un bicchiere di vino in massima raffinatezza e, se capita, appende pure sul balcone di casa la bandiera della pace.

28 DIC 2013

Io vorrei, non vorrei…

Il panettone amaro di Renzi tra la palude di Letta e il Cav. volatile

Il loro è un ambiguo rapporto di sottintesi, allusioni, scambi fragili e diffidenti. E Matteo Renzi si sente in bilico, ama il gioco temerario, ma non riesce a stringere l’imprevedibile Silvio Berlusconi in un accordo sulla riforma elettorale, e così avverte il rischio dell’impaludamento, lo spettro della sua lettizzazione definitiva, mentre il premier e Angelino Alfano vorrebbero costringerlo a siglare entro gennaio un formale patto di legislatura sul modello della grande coalizione tedesca.

24 DIC 2013

Sul ring con Renzi e Alfano/2

L’onesto Alfano un po’ in bambola, pressato dai fantasmi del Cav. anche mentre Renzi lo incalza

Non sa fingere noncuranza e spiritosa frivolezza, non ha la disinvoltura ludica del suo maestro Silvio Berlusconi, e dunque appena il segretario ragazzino lo incalza, creatore non profondo ma giocoso e sorgivo di fantasie e intuizioni, Angelino Alfano va in bambola, gli risponde con fervori un po’ noiosetti e quadrati. “Sediamoci attorno a un tavolo e discutiamo di come riformare il Senato. Parliamo di tutto e poi decidiamo”, gli dice balbettando.

19 DIC 2013
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