Casa Murdoch Anche se è una persona generalmente molto piacevole, Rupert Murdoch non è leale a niente e a nessuno, se non alla sua azienda. Fa fatica a mantenere le amicizie; non mantiene la parola data per troppo tempo; sfrutta a suo vantaggio i guai degli altri; e ha tradito ogni leader politico che lo ha aiutato in tutti i paesi in cui opera, eccetto Ronald Reagan e forse Tony Blair. E’ per istinto vicino a quello che pensa la gente, non è soltanto uno bravo con il sensazionalismo da tabloid, ma è un infido creatore di falsi miti, un assassino della dignità degli altri e di istituzioni rispettabili, il tutto sotto le sembianze di uno che è contro le élite. Paola Peduzzi 15 LUG 2011
Anche tu lettore di tabloid sei un ipocrita quando ora invochi la privacy Il poliziotto non se l’è passata affatto bene, ieri, davanti alla commissione della Camera dei Comuni britannica che indaga sullo scandalo delle intercettazioni illegali (da oggi in poi “pinging”, così la pratica era chiamata tra i giornalisti) nel gruppo Murdoch. “Anch’io sono stato spiato”, ha detto John Yates, senior officer di Scotland Yard, e nessuno mi ha fornito le informazioni necessarie per portare avanti un’inchiesta fatta bene. “Credevi che chi stava commettendo reati ti desse indizi utili per essere messo in galera”? Paola Peduzzi 12 LUG 2011
In morte del giornale tabloid La prima regola di Rebekah è non farsi notare. Con quei ricci rossi scompigliati e la fama da ragazza cattiva non è compito semplice, ma se vuoi fare carriera nei tabloid britannici – quelle macchine tritatutto in cui tutto diventa macellabile – come minimo non devi mai diventare materiale buono per un titolo da prima pagina. Rebekah, che oggi è il capo del colosso mediatico di Rupert Murdoch nel Regno Unito, si è ispirata a Paul Dacre, direttore del Daily Mail. Paola Peduzzi 08 LUG 2011
“Dormi, cazzo” Le illustrazioni sono belle e dolci, con bimbi dall’aria angelica che dormono tra cuccioli di leone o giocano saltando da una foglia all’altra come gioiose ranocchie, ma non fatevi ingannare: questo non è un libro per bambini. Il titolo lo dice con una certa chiarezza – “Go the F**k to Sleep”, liberamente traducibile in “Dormi, cazzo” – ma per evitare incomprensioni l’avvertimento è scritto anche sul retro di copertina, sia mai che un genitore distratto (dal poco sonno, naturalmente) finisca per metterlo sul comodino dei figlioli. Paola Peduzzi 20 GIU 2011
Mamme disperate messe alla prova da campi estivi fatti dai Tea Party L’estate è l’incubo dei genitori che lavorano, è il momento in cui una madre scopre di essere stata una cretina a riempirsi la bocca con dichiarazioni lette chissà dove sulla bontà delle liberalizzazioni e il-mercato-quanto-è-bello-signora-mia. D’estate una madre è statalista senza se e senza ma, va dicendo che bisogna aumentare le tasse e subito, entro la fine di giugno, perché altrimenti come faranno i comuni, le regioni, lo stato (qualunque cosa voglia dire) a predisporre campi estivi in città? Paola Peduzzi 15 GIU 2011
Siria e Yemen, Shakespeare in war Tutto l’amore e la violenza del clan siriano degli Assad Un padre che perde un figlio è uguale a tutti gli altri padri, anche se si chiama Hafez Assad ed è un dittatore che ordina stragi e poi scende per strada dicendo che lui sì che protegge il suo popolo. Un padre che perde un figlio non sa, non può nascondere il suo dolore, anche se in decenni di potere ha imparato a insabbiare, a camuffare, a mettere a tacere. Al funerale di Bassel – il figlio designato a succedergli alla guida della Siria, il delfino coccolato, l’erede a un trono che non c’è ma è come se ci fosse – Hafez scoppiò a piangere. Paola Peduzzi 15 GIU 2011
“E’ solo sesso online” La frontiera twitteriana del più famoso dei pompini Le foto non sono nulla, sono soltanto brutte, con quelle orrende mutande grigie e il “deal” dentro (copyright David Letterman), poi con il “deal” fuori (poteva finire senza?), i pettorali, l’espressione del maschio che vuol sembrare misterioso e invece appare per quel che è: eccitato. Anthony Weiner sta cercando di imporre un principio: il sesso virtuale non è tradimento, quelle donne non le ho mai incontrate, ci ho soltanto flirtato un po’ sulla rete, nulla di che, il matrimonio tiene e non ho alcuna intenzione di dimettermi. Leggi Le donne ai tempi degli scandali politico-sessual-twitteriani Paola Peduzzi 09 GIU 2011
La blogger Amina è scomparsa, l’hanno caricata su un’auto rossa Papà la sta cercando da ogni parte, chiede ai parenti vicini al regime siriano, chiede ai Fratelli musulmani, perché lì pure ci sono parenti, e quando si è disperati vale tutto, anche il cugino che non senti da anni perché c’è davvero troppo poco da dirsi. Papà è andato nei quartieri generali – se così si possono chiamare quegli ufficiattoli – delle diciotto diverse formazioni militari che, a Damasco, si fanno chiamare “polizia”. Paola Peduzzi 07 GIU 2011
A Londra c’è pure un matrimonio infelice. Chiedete a Cameron Aprile 2011, Regno Unito. C’è un matrimonio apparentemente felice, nonostante la magrezza della sposa e la lista degli invitati bizzarra, nonostante quel ricevimento in piedi che fa un po’ troppo austerità (siete i reali d’Inghilterra, diamine) e i precedenti non proprio rassicuranti. C’è un matrimonio che invece felice non è, nonostante l’iniziale luna di miele piena di effusioni e di promesse carezzevoli, perché è un’unione di convenienza e perché il patto prematrimoniale è stato abbondantemente violato dal più forte della coppia. Leggi La principessa di ferro Paola Peduzzi 29 APR 2011
Solo un sogno triste Martin Amis ha celebrato sull’Observer Christopher Hitchens, l’amico di una vita. E’ un uomo che piange, Amis, e che fino all’ultimo condivide tutto con il suo Hitch, l’ultimo saluto che di solito si fa dopo e che invece Amis fa prima – un atto d’amore assoluto Paola Peduzzi 26 APR 2011