I still am Non c’è nulla di eroico. Ma per dirla con Jeffrey Tate, che fu a colloquio con il Foglio cinque anni fa, “ho sempre avuto paura che la mia forza fisica potesse scomparire”. Quella di James Levine non è dunque la storia di Adrian Leverkuhn, il protagonista del “Doctor Faustus” di Thomas Mann che scambia con Satana la grandezza dell’arte col dolore. Piuttosto è come se, attraverso la musica, il maestro Levine abbia cercato di ristabilire l’eguaglianza impossibile, ansioso di riacquistare la bellezza perduta. Contro tutti i pronostici, “Levine is back”, scrive sul New York Times Anthony Tommasini, il gran sacerdote della critica musicale americana. 21 MAG 2013
Pogrom italiano Sabato 9 ottobre 1982. Si celebra la festività ebraica di Sheminì Atzeret, giorno in cui è prevista la grande benedizione dei bambini. La sinagoga centrale di Roma è gremita. Alle 11.55 escono dal Tempio i primi ebrei, passano dalla porta laterale su via Catalana, in corrispondenza del numero civico 1/A. Due uomini lanciano bombe contro le famiglie che si accalcano all’uscita. Chi corre, chi cerca riparo dietro le macchine, mentre raffiche di mitra vengono sparate dai terroristi che si dileguano in direzione di via Arenula e poi di Campo de’ Fiori. Muore un bambino di due anni, Stefano Taché, il primo ebreo ammazzato sul suolo italiano in quanto ebreo dai tempi della deportazione nazifascista. 20 MAG 2013
Sean O’Malley boicotta l’ateneo dei gesuiti che invita il premier abortista Il Boston College, pilastro del sistema educativo dei gesuiti in America, il 20 maggio ha in programma di onorare Enda Kenny, premier irlandese e sostenitore della legge che porterà l’aborto a Dublino. Il cardinale Sean O’Malley, fra i candidati a succedere a Papa Benedetto XVI, non ci sarà, perché ha annunciato il boicottaggio della cerimonia di assegnazione delle lauree alla quale parteciperà Kenny. “I vescovi cattolici degli Stati Uniti hanno chiesto alle istituzioni cattoliche di non onorare politici e pubblici ufficiali che promuovono l’aborto”, ha detto O’Malley. “Kenny sta promuovendo aggressivamente una legislazione abortista”. 19 MAG 2013
Da “Miss Guardian” a nemesi dei radical chic. L’abiura di Melanie Phillips Nel commentarne il libro, il Wall Street Journal ha definito Melanie Phillips “la coscienza politica inglese”, mentre l’Independent l’ha chiamata “castigo dei liberal”. “Guardian Angel”, il titolo del volume, è una storia personale e un atto d’accusa contro l’establishment giornalistico anglosassone. Melanie Phillips ha lavorato per vent’anni al Guardian (da qui il titolo), prima di approdare all’Observer, allo Spectator e al Times. Premiata con l’Orwell Prize, il riconoscimento più prestigioso della stampa inglese, Phillips ha firmato best-seller come “All must have prizes”, atto d’accusa verso la crisi morale della Gran Bretagna (anche Tony Blair avrebbe risposto pubblicamente alle critiche della Phillips). 18 MAG 2013
Il mondano Bret Easton Ellis scomunica il “fascismo gay”, cupo e infantile “Se non sei un omosessuale felice, completamente a posto con sé stesso, che promuove i sani valori del mainstream rispecchiando l’Elite gay culturalmente corretta, allora vieni considerato come un omosessuale che odia se stesso. Questo è il cuore della menzogna gay”. Parole vergate non da un vecchio trombone della destra conservatrice americana, ma sul celebre magazine gay americano Out e a firma di Bret Easton Ellis, omosessuale dichiarato, noto viveur, formidabile partygoer e famosissimo romanziere autore di “American Psycho”. 17 MAG 2013
Allarmi e dossier sull’Europa caduta nel buco nero della denatalità “Può un paese scomparire?”, chiede la rivista Foreign Policy. Sì, di cause naturali, come certi atolli delle Maldive sommersi dalle acque. O di cause militari, come accadde al regno di Aragona. Ma secondo l’economista inglese Edward Hugh, un paese può morire anche di demografia. Per questo ci ha scritto un libro, “Popolazione, la risorsa non rinnovabile”. Il tema è anche al centro del terzo Forum sulla demografia, dal titolo “Investire sul futuro demografico in Europa”, che si è aperto a Bruxelles lo scorso 6 maggio. Definito dal New York Times “il profeta della caduta dell’euro” per le sue previsioni antesignane sulla debolezza strategica della moneta unica, Hugh è stato arruolato dal Fondo monetario internazionale per analizzare la situazione economica spagnola. 14 MAG 2013
Sinceri democratici e infanticidi Un anno fa l’accreditata rivista Journal of Medical Ethics ha pubblicato l’articolo di due ricercatori italiani di bioetica presso le accademie australiane, Alberto Giubilini e Francesca Minerva, dal titolo “L’aborto post natale: perché il bambino deve vivere?”. Avvenire parlò di un “crepuscolo disumano della civiltà occidentale”, ma anche un filosofo della scienza come Giulio Giorello disse che “è evidente quali cupi scenari evochi una simile visione del mondo”. La tesi del documento, il più discusso di bioetica nell’ultimo anno, è semplice: alle stesse condizioni per cui si uccide il feto nel grembo della madre dovrebbe essere permessa la soppressione dei bambini appena nati. 11 MAG 2013
Buona morte, bimbo Dieci anni fa il professor Eduard Verhagen aveva invaso le prime pagine delle principali testate internazionali con l’ammissione che la sua équipe neonatale all’Università di Groningen, in Olanda, aveva praticato l’eutanasia su ventidue neonati affetti da spina bifida tra il 1997 e il 2004. Un anno dopo, attraverso il saggio “Euthanasia in severely ill newborns” pubblicato dal New England Journal of Medicine, il pediatra annunciò il Protocollo di Groningen, il documento medico più esplosivo e controverso degli ultimi dieci anni. Sono le prime linee guida mondiali per la “morte bambina”. Adesso il medico olandese spiega che, da un punto di vista medico, è meglio scegliere di eliminare il bambino disabile dopo la nascita, piuttosto che durante la gravidanza. 08 MAG 2013
Sofri ha ragione, intubarli è sbagliato. Lasciamoli morire di fame Dal dilemma legale, politico e morale di Guantánamo non se ne esce facilmente e neppure Barack Obama è riuscito a mettere fine a questa “legal no-man’s land”, la terra di nessuno dal punto di vista giuridico. Senza giri di parole, l’ex ministro della Difesa Donald Rumsfeld ebbe a definire i detenuti di Gitmo “i più pericolosi, feroci e meglio addestrati assassini sulla faccia della terra”. Fra di loro c’è anche l’uomo che ha materialmente staccato la testa di Daniel Pearl, quel genio del travestimento e dell’eccidio che è Khalid Sheikh Mohammed. E molti terroristi che misurano il coraggio sulla base della capacità di sparare in faccia a un bambino di Beslan. Sofri Guantánamo, la tortura e noi - Leggi anche : la risposta di Christian Rocca 07 MAG 2013
La sharia di Sua Maestà Di corti della sharia in Inghilterra ne esistono ottantacinque. Poi c’è una vasta rete di “consigli” informali islamici, che operano esternamente alle moschee, occupandosi di divorzi e di custodia dei figli. Nessuno ne conosce il numero reale. Le corti operavano a porte chiuse, inaccessibili a osservatori esterni indipendenti. Fino a oggi: una giornalista della Bbc è riuscita a entrarvi per filmare questo sistema legale parallelo alla Common Law. Ne è uscito “The secrets of sharia courts”, un magistrale documento sull’Inghilterra alla prova con le sfide dell’integrazione e del multiculturalismo. 03 MAG 2013