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Speciale online 16:28

Rodotà come Renzi: nel 1985 voleva abolire il Senato

Guarda il video - Leggi anche Ferrara Ultimo rifugio delle canaglie, Cost. - Cerasa Quella naturale alleanza tra Renzi e il Cav. contro gli Ayatollah della Carta - Rizzini I soliti prof. “antiautoritari” finiti nelle braccia autoritarie di Gribbels

01 APR 2014

Parola di saggio

Quella naturale alleanza tra Renzi e il Cav. contro gli Ayatollah della Carta

La riforma del Senato. Gli appelli contro il tiranno. Le firme degli intellettuali. Il broncio dei costituzionalisti. Le minacce degli ex magistrati. E quella battaglia parallela che accomuna i percorsi di Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Riavvolgiamo il nastro. Ieri pomeriggio, il presidente del Consiglio si è presentato di fronte ai cronisti annunciando il “sì” del Cdm a una delle riforme più delicate del governo Leopolda: la revisione del Senato, la cancellazione del voto di fiducia a Palazzo Madama, la conseguente fine del bicameralismo perfetto (processo considerato ieri da Napolitano ormai “ineludibile”). Renzi ha assicurato che il disegno di legge costituzionale verrà approvato in prima lettura entro il 25 maggio, ovvero entro le europee.

01 APR 2014

Renzi e Berlusconi, coppia di fatto contro i prìncipi della conservazione

31 MAR 2014

Ignazio, stai sereno

Ecco l’opzione “troika” studiata dai renziani per commissariare Marino

Al termine di un’appassionante ed emozionante trattativa con lo staff di Barack Obama, ieri mattina, dopo un drammatico inseguimento, Ignazio Marino è riuscito nell’impresa di avvicinarsi per qualche istante al presidente degli Stati Uniti e a farsi scattare un delizioso selfie di fronte all’aeroporto di Ciampino. Clic. I più maliziosi dirigenti del Pd romano, soprattutto quelli renziani, che da qualche mese hanno alcune difficoltà di comunicazione con il sindaco della loro città, dicono che quello di ieri, il selfie, è stato il successo politico più significativo ottenuto da Marino negli ultimi mesi.

29 MAR 2014

Speciale online 20:35

La ghiotta occasione di Renzi per riformare il lavoro

Più che le nuove nomine alla vicesegreteria del Pd (Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani). Più che l’annuncio della riforma al Senato (lunedì se ne parla in Consiglio dei ministri). Più che le provocazioni su Grillo (che ormai è rimasto l’unico vero avversario politico del Rottamatore). La direzione del Pd ci consegna un quadro politico in cui la vera ciccia riguarda una questione molto simile a quella affrontata in mattinata dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco: sfidare la rigidità delle corporazioni per provare a liberare l’Italia da quei lacci e da quei lacciucoli che costituiscono il principale ostacolo allo sviluppo del nostro Paese. La sfida in questione è quella sul lavoro.

28 MAR 2014

Vincere o governare?

Renzi, Obama e la ricerca disperata di un nuovo collante per le sinistre

Era già successo durante l’incontro molto cordiale tra Matteo Renzi e François Hollande ed è successo di nuovo ieri durante l’incontro altrettanto cordiale tra Matteo Renzi e Barack Obama. Per carità. Ci sono gli abbracci. I sorrisi. Le battute. Le strette di mano. I flash dei fotografi. La profonda sintonia. La lotta senza quartiere contro le diseguaglianze. La battaglia comune per un mondo pieno di amore, di gioia e di piena occupazione. D’accordo. Ma oltre alle nobili dichiarazioni d’intenti. Oltre alle voci grosse contro i populismi. Oltre alla condivisione per un percorso sulla crescita. Leggi anche Ferraresi Il Papa incastra Obama sul laicismo, altro che sperequazione

28 MAR 2014

Twitter e la politica. Come si conquista il consenso? Una lezione per il Pd

Sara Bentivegna insegna Teorie delle comunicazioni di massa all’Università la Sapienza di Roma e ha appena pubblicato con l’editore Franco Angeli un libro (“La politica in 140 caratteri”) in cui ha provato a mettere insieme tutto quello che è utile sapere sul rapporto tra la parola “politica” e la parola “Twitter”. Bentivegna descrive l’impatto che il secondo social network più famoso del mondo ha avuto all’interno della comunicazione elettorale, racconta le reazioni a catena generate dai flussi comunicativi su Twitter, spiega come in alcuni casi gli “influencer” della rete siano diventati eredi dei vecchi opinion leader.

27 MAR 2014

Ceffoni e carezze

Ceffoni e carezze. Triangolazioni e cavalli di Troia. Messaggi incrociati e obiettivi paralleli. I ceffoni sono quelli pubblici che Matteo Renzi molla da alcune settimane ai sindacati più importanti d’Italia, ovvero la Confindustria di Giorgio Squinzi e la Cgil di Susanna Camusso, e sono ceffoni con i quali il presidente del Consiglio prova ogni giorno a segnalare la sua distanza dalle pratiche del passato e dalla parola “concertazione”. Le carezze sono invece quelle private che il capo del governo offre da alcune settimane ai leader ombra dei sindacati più importanti d’Italia, ovvero Gianfelice Rocca e Maurizio Landini, e sono carezze con le quali il presidente del Consiglio prova ogni giorno a segnalare la sua vicinanza alla parola rinnovamento e la sua volontà di far cambiare verso non solo alla sinistra ma anche a Confindustria e Cgil.  Leggi anche Lo Prete Perché a Confindustria e Cgil basta ascoltare Renzi per perdere la testa

25 MAR 2014

Veltroni e il film sul Quirinale

Un altro Lingotto, un altro film. Alla fine della serata, dopo essersi asciugati le lacrime, aver sbaciucchiato i vecchi compagni e aver stretto la mano a Giorgio Napolitano, Gianni Letta, Giuliano Amato, Enrico Letta, Fedele Confalonieri, Pier Luigi Bersani, Susanna Camusso, Giovanni Malagò, Raffaele Bonanni, Graziano Delrio, Dario Franceschini e Pietro Grasso, gli amici di Walter Veltroni erano lì, con lo sguardo sognante, a fissare negli occhi i cronisti e a dire ad alta voce quello che tutti, da ore, avevano cominciato a sussurrare da una poltrona all’altra dell’Auditorium: “Guarda bene. Ci sono due film. Uno è quello interpretato dai protagonisti del documentario. L’altro è quello interpretato dalle persone sedute in sala”. Leggi anche Berlinguer, una seduta spiritica

22 MAR 2014

Speciale online flash 12:40

La carta che Renzi si giocherà in Europa

Martedì scorso, alla fine della presentazione del libro di D’Alema, l’ex presidente del Consiglio, a un certo punto, si avvicina in privato al presidente del Consiglio e gli fa: “Matteo continua così. In Europa spara alto. Non essere rigido. Poi a sistemare le cose e mediare con gli altri ci penso io quando sarò lì”. Renzi in realtà non ha ancora deciso se sarà D’Alema ad andare in Europa a rappresentare nella prossima legislatura l’Italia tra i commissari europei (in ballo c’è anche Paolo De Castro, che potrebbe andare all’Agricoltura, il “ministero” europeo più pesante, quello che gestisce circa un terzo del budget europeo). Ma la strategia di Renzi, D’Alema o non D’Alema, è simile a quella suggerita da Max. Leggi anche Altro che Blair, la Thatcher Merlo Tra giravolte e sorrisi Renzi tratta sui soldi coi burocrati europei

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