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Il movimento grillino? "Si frantumerà sulla politica", dice Escobar

In poco più di una settimana, Beppe Grillo ha respinto qualsiasi alleanza politica, ieri ha scartato anche l’opportunità di un governo tecnico fino a nuove elezioni (ipotesi preferita dal presidente della Repubblica). La stampa scruta le finte “aperture” di Grillo e le registra con titoli in prima pagina, cercando una direzione. In questo disordine politico uscito dall’urna della democrazia, il leader del Movimento 5 stelle si è però ritagliato un suo spazio, redditizio. I suoi eletti in Parlamento hanno un vincolo temporale al loro mandato (due legislature), Grillo non si è imposto limiti: è fuori dall’Aula, la sua leadership è potenzialmente eterna. Leggi Paolo Becchi, l’intellò transgenico di Grillo - Leggi l'editoriale Il premier stellare - Leggi Come funziona l’azienda-partito di Casaleggio, la fabbrica del consenso di Antonio Amorosi

06 MAR 2013

Le applicazioni taroccate di Facebook che fanno arrabbiare gli imprenditori

L’idea che Facebook sia un laboratorio dove gli imprenditori della rete possano sperimentare nuove “applicazioni” è ormai messa definitivamente in discussione. In alcuni casi, ancora rari ma “rumorosi”, il social network più usato al mondo è sospettato di “clonare” le innovazioni in maniera anticoncorrenziale. 

02 MAR 2013

Il Leviatano arriva a Siena

Mps verso l’abbraccio statale. Sarà l’ultimo salvataggio in Europa?

Nella mattina di ieri, l’indiziato principale nell’inchiesta giudiziaria sul Monte dei Paschi di Siena ha accusato gli ex vertici della banca di sapere dell’operazione con titoli derivati foriera di 720 milioni di euro di perdite. Interrogato per tre ore, Gianluca Baldassarri, ex capo dell’area finanza, ha dato la sua versione dei fatti ai magistrati senesi sull’operazione Alexandria, incipit dello scandalo bancario. “Secondo voi in banca si può non sapere di un’operazione di questo spessore?”, ha detto il suo legale ai cronisti.

22 FEB 2013

Tagli alla carta

Tutti contro Fiat, adesso anche nel salotto di Rcs

Azionisti, creditori, redattori. A poche settimane dall’esame del cda, stanno aumentando a dismisura le critiche al piano di ristrutturazione di Rcs, predisposto dall’amministratore delegato, Pietro Scott Jovane. Sono puntute le osservazioni di Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit, tra i principali creditori della società editrice del Corriere della Sera (oltre che azionista di Mediobanca). Per Ghizzoni il piano di tagli e dismissioni soffre di “un rischio di esecuzione piuttosto alto”, ha detto lunedì. Forse al manager Jovane, 43 anni, non sono tremate le gambe, ma quello di Ghizzoni è solo l’ultimo colpo alla credibilità del suo operato.

21 FEB 2013

La campagna acquisti del Cairo

Poco più di due anni fa, Urbano Cairo sedeva nella penombra degli studi di La7, alla periferia di Milano. Adesso è in predicato per diventarne il proprietario. Era la presentazione del palinsesto autunnale della “terza rete” d’Italia. Parterre composto dai volti televisivi che oggi sono l’anima di quella giovane realtà catodica che sta in mezzo al duopolio della comunicazione nazionale, quello Rai-Mediaset. Dal soffitto di quel capannone surriscaldato dal sole di giugno pendevano dieci stendardi (due metri per sei) con i “faccioni” delle star di La7.

20 FEB 2013

Parolieri di ultima istanza

Al G20 della crescita fiacca le Banche centrali si riprendono il potere

Nel tentativo di placare le speculazioni sulla “guerra valutaria”, i ministri delle Finanze e i banchieri centrali, riunitisi ieri a Mosca per il vertice del G20, hanno minimizzato il fatto che alcuni paesi stiano operando svalutazioni competitive per sostenere le rispettive economie e penalizzare le altre. Secondo la bozza del comunicato finale del G20, l’obiettivo è scagionare il Giappone, precedentemente messo sotto accusa da un controverso comunicato del G7, il forum delle sette principali economie del mondo, pubblicato martedì.

16 FEB 2013

Operazione “Borsa pulita”

Così indagini e arresti colpiscono le principali società quotate italiane

In meno di un mese il numero di società di Borsa messe sotto inchiesta dalle magistrature più attive d’Italia è salito a undici, su quaranta quotate sul listino principale (FtseMib). La banca Monte dei Paschi (ieri è stato fermato per pericolo di fuga l’ex capo dell’area finanza, Gianluca Baldassarri), la società petrolifera Saipem, la sua controllante Eni, e Finmeccanica sono le ultime in ordine di tempo. Facendo due conti, i magistrati delle procure di Milano, Siena, Roma e Trani stanno indagando – per reati o illeciti finanziari che vanno dalla corruzione al concerto – su società che per capitalizzazione di mercato rappresentano un terzo del valore della piazza finanziaria italiana. Leggi l'editoriale Giustizialismo masochista

15 FEB 2013

La rivoluzione di Obama contro le agenzie di rating parte dal diritto

Il derivato strutturato che ha portato al fallimento la società finanziaria New York Insurance nel 2008 aveva il nome di una piccola costellazione visibile dall’emisfero nord del globo, la Corona Borealis. Artefice del celeste inganno era la banca d’affari Lehman Brothers che aveva sottoscritto il titolo finanziario, cui l’agenzia di rating Standard & Poor’s attribuiva il giudizio massimo pur sapendo che si trattava di un prodotto tossico per i bilanci dell’istituto.

13 FEB 2013

Per gli esperti l’alleanza Pd-Monti sul lavoro è tecnicamente impossibile

L’allenza postelettorale tra Partito democratico e Lista civica di Monti dovrà passare per la riforma dell’ingessato mercato del lavoro italiano: è la condizione dettata domenica dal presidente del Consiglio. Il Pd, pubblicamente, si dice “infastidito” da questo aut aut. Ma al di là delle schermaglie elettorali, sul tema sono effettivamente pochi i punti di convergenza tra coalizione centrista e coalizione di sinistra. Monti infatti ha più affinità, in particolare sulle necessarie iniezioni di “flessibilità”, con il Pdl di Silvio Berlusconi. Leggi Perché le élite italiane temono la “meritocrazia elettiva” di Monti di Marco Valerio Lo Prete - Leggi Ecco perché i montiani puntano forte sul lavoro nella trattativa con il Pd

12 FEB 2013

Perché la guerra valutaria asiatica passa anche per le sigarette

I report e le opinioni degli analisti delle banche d’affari non sempre coincidono. E’ il caso della “guerra valutaria” che secondo alcuni esperti è attualmente in corso, mentre secondo altri è uno scenario completamente infondato, almeno per adesso. Comunque la si veda, il “casus belli” della disputa economica scoppia in Giappone. Con l’arrivo al governo del conservatore Shinzo Abe, eletto premier nel dicembre scorso, la politica monetaria della Banca centrale nipponica è stata influenzata dalle necessità dell’economia e dalla volontà della politica.

10 FEB 2013
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