(foto Ansa)

Andrea's Version

Per essere migranti non basta morire di fame. Meglio aspettare la guerra

Andrea Marcenaro

Cacciati con due calci nel culo, a meno che Putin o Trump o Hamas decida di far partire qualche altro conflitto. Vedi mai che ci tocchi diventare profughi

Leggevo ieri di migranti. Gli accordi in Europa che non vanno bene, quelli con l’Albania che non vanno bene, figurarsi con la Libia e andando giù. Ci ho messo tempo, mi sono finto nei panni del migrante e probabile che no, ma forse l’ho capita. Fermi dovete stare, voi dalla pancia piena. Non muovete più paglia. Se io non mangio, mia moglie non mangia, i miei figli non mangiano, i genitori nemmeno, e se mio zio non mangia manco lui, sua moglie uguale, se non mangiano i miei amici, gli amici dei miei amici, se nessuno mangerà un cazzo nemmeno domani e staremo tutti sul punto di morire di fame, potremmo sfiorare al massimo la condizione di “migranti economici”. Cacciati quindi con due calci nel culo. Così ho deciso, aspetto una guerra. Aspetto Putin, o Teheran, aspetto Trump o un’altra Hamas, aspetto l’enorme cinese o il maniaco coreano. Vedi mai mi tocchi il culo di diventare profugo.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.