Matteo Renzi a Otto e mezzo (LaPresse) 

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Non ci sono più le macchine del fango di una volta

Andrea Marcenaro

Una volta funzionavano seriamente grazie ai giornaloni, ma giornaloni davvero, alle tivù che pari-pari li copiavano, e ai magistrati che ispiravano il tutto. Nostalgia dei tempi gloriosi di Mani pulite e successivi

Ah, la nostalgia. Il ricordo di quando le macchine del fango funzionavano seriamente grazie ai giornaloni, ma giornaloni davvero, alle tivù che pari-pari li copiavano, e ai magistrati che ispiravano il tutto. Nostalgia dei tempi gloriosi di Mani pulite e successivi. Con durevoli cascami. Di quando cioè, ricevuta la velina serale dai dintorni del dottor Borrelli, ma anche del dottor Caselli, il direttore del Corriere (Mieli Paolo), dell’Unità (Veltroni Walter), il facente funzioni di Repubblica (Polito Antonio, perfino Giannini Massimo, forse, ne ha sentito dire), più il direttore della Stampa di allora (Mauro Ezio), si telefonavano molto affettuosamente, giorno dopo giorno, per titolare insieme sui trionfi meritori delle Procure e massacrare insieme quei pochissimi (un nome per tutti, Facci Filippo) usciti dai binari. Scomparse, ma quanta nostalgia, le fuoriserie del fango di una volta, ecco quei vecchi autisti moraleggiare oggi non già sul Fatto, piccolo ma benemerito erede del patrimonio professionale costruito da loro stessi, bensì su alcuni i quali, privi di Procure, di giornaloni e di servizi, dicasi di tutti e tre, si erano sognati (brutto sogno) di poter costruire addirittura contro il Fatto un cazzo di triciclo.

  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.