Nicola Zingaretti (foto LaPresse)

Zingaretti è il nuovo che avanza?

Andrea Marcenaro

Sarebbe troppo facile affidarci a De Mita, Delrio o perfino a Giorgetti. Siamo tutti alla ricerca della sorpresa (anche il Pd)

Che poi uno, arrivato a questo punto, spererebbe anche solo di metterci una toppa. No, ti senti dire. Che poi vieni a sapere, tipo, di Ciriaco De Mita ricandidato a Nusco e tu faresti, con Craxi che da lassù capisce e sprona, carte false al Comune per andarlo a votare. No, ripetono, non è cosa, questa non è una novità, una cosa nuova ci vuole, una sorpresa. Hanno ragione. È pur vero che tra Delrio e Brunetta, tra Fattorini e la Carfagna, ma udite udite, tra l’Amor perennemente Nostro e l’elegante sinistrese Luigi Zanda, ma facciamo pure con l’orrendo Giorgetti, loro stessi arrivati al punto certo, tutto scivolerebbe via più facile. La novità, però? E i social network? E la foia della sorpresa che dal buonsenso prescinde? Giuste obiezioni. Avevo quattordici anni. M’innamorai perdutamente di Maurizia. Stava nel banco dietro. Si ritrasse, poi mi accettò per un cinema, la abbracciai stretta stretta: “Naturalmente lo sai che sono un maschio”, mi sussurrò lei nell’orecchio. E fu una novità mica male, Zingaretti mio.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.