Ronaldinho (foto LaPresse)

Quando Ronaldinho si presentava come Francisco Goya

Andrea Marcenaro
Tocca riprendere in mano la storia di Ronaldo de Assis Moreira, il grande calciatore conosciuto con il nome di Ronaldinho. Qualcuno ricorderà. Negli anni in cui giocava divinamente per il Barcellona, Ronaldinho un bel giorno si recò da turista a Madrid

Tocca riprendere in mano la storia di Ronaldo de Assis Moreira, il grande calciatore conosciuto con il nome di Ronaldinho. Qualcuno ricorderà. Negli anni in cui giocava divinamente per il Barcellona, Ronaldinho un bel giorno si recò da turista a Madrid. E gironzola di qua, gironzola di là, compra una cosa, compra quell’altra, si trovò per combinazione davanti al museo del Prado. Così entrò, e mal gliene incolse.

 

Colpito infatti dalla grandiosità degli ambienti, ma soprattutto dalla bellezza delle opere esposte, da Caravaggio a Hieronimus Bosch, da El Greco a Velásquez, fino a Mantegna e a Melozzo da Forlì, il grande Ronaldinho subì uno choc. Si convinse intimamente di non essere più il calciatore che si conosceva, bensì Francisco Goya. “Piacere, sono Francisco Goya”, cominciò a presentarsi all’arbitro quando scendeva in campo. Sul serio. Ed eccoci a noi: dopo gli choc delle ultime sentenze palermitane, l’Attilio Bolzoni che si presenta ancora come giornalista esperto in mafia ci ricorda il carioca.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.