Vivian Guglielmetti Junits

Vivian Guglielmetti Junits, unica donna della famiglia Robinho a non subire rapine

Simonetta Sciandivasci
Nell'anno del suo quarto di secolo, Robson de Souza Santos, che lorsignori meglio conoscono come Robinho, ex attaccante del Milan, liberava dal “Miss” Vivian Guglielmetti Junits, tenutaria indiscussa del suo cuore da undici anni, e la rendeva “señora”. Lei, portatrice sana di libidine e bontà, gioio

Nell’anno del suo quarto di secolo, Robson de Souza Santos, che lorsignori meglio conoscono come Robinho, ex attaccante del Milan, liberava dal “Miss” Vivian Guglielmetti Junits, tenutaria indiscussa del suo cuore da undici anni, e la rendeva “señora”.
Lei, portatrice sana di libidine e bontà, gioiosa come solo chi resta vergine alle diete può, vuole, sa essere, è una donna cangiante. A volte in lei riecheggia Shakira (con molti cenoni di Natale addosso, Dio la benedica), altre Chelsea Clinton. A volte passeggia in scarpe ortopediche, altre in sandali gioiello. A volte in tubino, altre in tutona di ciniglia da ostetrica di una comune in un paese ex sovietico. Ma sempre, sempre, sempre (va bene: quasi sempre) sorridente, rallegrante, pacifica.

 

Unica delle donne della famiglia Robinho a non subire rapine o sequestri (l’ultima è stata la mamma: “Ah, Sudamerica, Sudamerica”), Vivian sembra intimorire più la delinquenza della ricrescita. Forse le riesce perché, come cantava l’ultimo premio Nobel per la Letteratura, “devi essere onesto per vivere al di fuori della legge”. E lei tanto gentile e tanto onesta pare. Anzi, è.

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