una fogliata di libri

L'eco delle balene

Roberto Carvelli

La recensione del libro di Sean Michaels, Keller Editore, 416 pp., 19 euro

L’eco delle balene di Sean Michaels appartiene al biopic che oggi regala agli autori più felici la giusta combinazione di successo di vendite unita alla considerazione critica di solito preclusa al genere della biografia dura e pura. È il caso di questo romanzo che si legge come un film denso di scene e colpi di scena. L’esergo “questo libro è fatto soprattutto di invenzioni” la dice giusta visto il personaggio e lo stile di racconto scelto da Michaels.
Ma chi è che viene “biopicizzato”? Lev Sergeevicč “Leon” Termen, ovvero l’inventore del theremin, uno degli ultimi strumenti musicali prodotti dal genio umano dove qui genio è l’esatta combinazione di estro artistico e scientifico. Il successo è dietro l’angolo. “Il mio debutto – racconta il “dottor Theremin per voce dell’autore – fu il 24 gennaio. Mi esibii nella sala da ballo dell’Hotel Plaza davanti a un pubblico di scienziati, accademici, giornalisti e gente ricca”. Poi segue il balletto dei corteggiamenti delle grandi case discografiche e dei musicisti. Rachmaninov – che aveva definito “singolare” l’esibizione – e Toscanini (che la dirà “magnifica”) “non sorridevano, non sbadigliavano. Immaginavano, ne sono certo, violoncelli, violini e trombe scheggiarsi e fracassarsi perché resi obsoleti dal suono etereo del theremin”. E’ l’estate del 1928, quando apre il primo Studio Theremin all’Hotel Plaza di New York, sulla Cinquantanovesima strada ovest. Siamo ormai nella leggenda ma l’inventore non sa cosa l’aspetta di lì a poco.  Tre anni dopo aver mostrato il theremin a Lenin che lo aveva suonato entusiasta e a un anno appena dopo la morte del leader, il Cremlino cerca ancora Termen perché presenti il suo lavoro sulla tecnologia della “visione a distanza”. Ma l’Unione sovietica è cambiata: “Nel cuore della notte, come è loro prassi, vennero a bussare alla porta” e inizia una trafila carceraria. Il racconto delle reclusioni è mortificante mentre sono belle le pagine con il leader della rivoluzione: “Lenin rimase in disparte. (…) Voleva sapere se i controlli come quelli del theremin potessero essere usati anche per automobili o telefoni. Aveva idee che io non avevo mai preso in considerazione: apparecchi come quello potevano essere utilizzati da uomini con ferite alle mani, soldati o contadini. ‘Le applicazioni più potenti dell’elettricità non sono per i forti’ disse Lenin. ‘Sono per i deboli’”.
Sean Michaels è scozzese ma vive in Canada dove ha fondato Said the Gramophone, uno dei primi blog musicali e ha in bacheca due National Magazine Awards. 
  

L'eco delle balene
Sean Michaels 
Keller Editore, 416 pp., 19 euro

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