Una fogliata di libri

Il viaggiatore sedentario

Carlo Crosato

La recensione del libro di Luigi Malerba edito da Exorma (234 pp., 17,50 euro)

Scrittore dotato di arguta ironia e dal finissimo umorismo, nel 1993 Luigi Malerba ha dato alle stampe una raccolta di diari di viaggio: resoconti stilati negli anni Ottanta e per la più parte pubblicati sul Corriere della Sera o come reportage autonomi, nei quali incontriamo Malerba nel contatto con culture allora, prima della successiva globalizzazione, così aliene e sconosciute. I suoi diari di viaggio ci prestano uno sguardo sagace e storicamente informato su un’epoca che pare non passare mai, qual è quella della divisione del mondo in due blocchi di influenza, e su culture che, sebbene ora si siano relativamente omogeneizzate, non smettono di attrarre la nostra curiosità.

Cina, Uzbekistan, Bulgaria, Armenia, Giappone, Hong Kong, Macao, Thailandia rapiscono Malerba per il velo dietro cui sembrano rivelarsi e nascondersi. Nel suo racconto rapsodico, che salta da impressione a impressione senza indugiare troppo su descrizioni, Malerba confessa il proprio amore particolarmente per Cina e Giappone. La Cina è inaccessibile, protetta dietro volti di pietra e una comunicazione così formalizzata da rendersi reticente e ambigua, quasi una finzione ritualizzata. Il Giappone, capace di accoglienza cerimoniosa e al contempo di sospetto xenofobo, attrae e confonde con la propria logica eterogenea rispetto a quella europea, e manifesta un certo altero snobismo.

In un’epoca in cui l’immagine documentaria ha già monopolizzato l’immaginario, l’impegno di Malerba non è quello di rappresentare mondi, quanto invece di tratteggiarli in favore dell’adozione di un nuovo punto di vista, quasi un allenamento a dislocarsi rispetto a se stessi, e così a problematizzare la propria identità. In un instancabile girovagare, Malerba cattura occasioni per mettere fra parentesi le proprie certezze al contatto con un linguaggio nuovo, con espressioni sconosciute, con ritualità disorientanti. Ma non si tratta di una ricerca personale: l’esperienza personale si apre su riflessioni su politica, economia, storia, arte, società. La denuncia della modernizzazione corrotta che si sta infiltrando in quell’area del pianeta fa il paio con la denuncia di una prospettiva troppo chiusa sul proprio eurocentrismo per imbastire un futuro di progresso e arricchimento reciproco. Così, l’invito a visitare l’estremo oriente, che completa il suo racconto, suona piuttosto amaro, se corredato dalla consapevolezza che presto l’occidentalizzazione avrebbe corrotto e fatto scomparire antiche e preziose civiltà. 

     

Luigi Malerba
Il viaggiatore sedentario
Exorma, 234 pp., 17,50 euro

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