Una fogliata di libri

Clive Staples Lewis. Nella terra delle ombre

Roberto Persico

La recensione del libro di Paolo Gulisano. Ares, 248 pp., 16 euro

Paolo Gulisano, di professione medico, è da una vita un grande appassionato di quel mondo culturale cristiano anglo-britannico che va dal cardinal Newman a Tolkien, passando per Chesterton e appunto per Lewis, e alla lieta brigata ha già dedicato diversi libri. Quest’ultimo racconta la vita e passa brevemente in rassegna le opere del creatore di Berlicche e del mondo di Narnia.

Nato a Belfast nel 1898, il piccolo Clive – ma lui si era attribuito il soprannome di “Jack”, in memoria del suo adorato cagnolino, travolto da un’automobile – cresce in una famiglia protestante, poco incline ai rapporti affettivi e fieramente anticattolica. Morta la madre quando ha solo dieci anni, “Jack” viene spedito a studiare in Inghilterra. Dopo due durissime esperienze in altrettanti collegi, finalmente viene affidato a un precettore, William Kirkpatrick, uomo di vasta cultura e di rigoroso laicismo, che ottiene due risultati: lo prepara per vincere una borsa di studio a Oxford, e gli toglie ogni fede religiosa. Intanto è scoppiata la guerra, nel 1917 Lewis è in trincea, e il dramma della guerra non fa che confermarlo nel suo ateismo. Sennonché, ricoverato per una ferita, gli capitano in mano dei libri di Chesterton, e rimane attirato dall’ilare letizia che esce da quelle pagine.

Finita la guerra, si laurea in letteratura inglese, e nel 1925 inizia a insegnarla al Magdalen. E qui avviene l’incontro decisivo: “Alla mia venuta in questo mondo, mi avevano (tacitamente) avvertito di non fidarmi mai di un papista, e (apertamente) al mio arrivo alla facoltà di inglese di non fidarmi mai di un filologo. Tolkien era l’uno e l’altro”. E dall’amicizia con Tolkien scaturiscono insieme il ritorno di Lewis alla fede cristiana e un sodalizio che alimenta la nascita delle creazioni letterarie di entrambi. Inizia così un periodo di grande creatività, che spazia dagli studi sulla letteratura medievale ai racconti per l’infanzia ai romanzi di fantascienza; e in tutti ripropone, con sorridente arguzia, le verità eterne sulla condizione umana che trovano nel cristianesimo la loro consacrazione e formulazione più compiuta. Fino all’ultima, la morte per cancro della moglie Joy, incontrata e sposata quando aveva abbondantemente superato la cinquantina, un dolore che mette tutte le sue certezze a dura prova.

Un’ultima avvertenza. Nella terra delle ombre non è saggio di critica letteraria: è un omaggio reso a un grande cristiano da un uomo profondamente legato alla sua fede.

 

Paolo Gulisano
Clive Staples Lewis. Nella terra delle ombre
Ares, 248 pp., 16 euro
 

Di più su questi argomenti: