Una foglia di libri

La vita a piedi nudi

Giacomo Giossi

La recensione del libro di Alan Pauls, Sur, 109 pp., 15 euro

Che cosa è una spiaggia? A questa semplice domanda sembra rispondere il breve libro di Alan Pauls, La vita a piedi nudi (Sur, nella bella traduzione di Maria Nicola). La spiaggia è un punto di equilibrio tra il deserto e un’isola contenendone le stesse caratteristiche e le medesime apparenze. Unico luogo pubblico in cui l’esposizione del corpo non solo è consentita, ma è consona e adatta. Pauls ricostruisce una memoria intima partendo dalla propria infanzia. Le vacanze, la fine della scuola, ma La vita a piedi nudi è anche una ricostruzione di una memoria culturale condivisa, di quando la spiaggia era uno spazio brado di liberazione dalla frenesia metropolitana e dalla tecnica. Le località balneari oggi più segnate da un turismo di massa e a tratti fortemente degradante corrispondono proprio a quelle scoperte dal movimento hippy quando la ricerca di un rapporto diretto con la natura evocava la possibilità di una vera vita sulla spiaggia: una chitarra, un falò e nulla più.

Lo sguardo di Pauls non è però mai retorico o nostalgico, il suo è un punto d’osservazione in perfetto equilibrio tra quello che rappresentò uno spazio comunque di scoperta, soprattutto da bambino, e la sua percezione oggi, quando il turismo di massa ha reso uniforme l’esperienza in vacanza. La diversità delle spiagge diviene così la ricerca del mare d’inverno, le vacanze invernali al sole in Brasile o le spiagge autunnali ritratte in tanti film americani: Martha’s Vineyard su tutte, dove una giovane Jane Fonda cammina malinconica nel film di Fred Zinnemann “Julia”, del 1977. La spiaggia dunque non come fuga dalla massa, ma il tentativo ancora oggi di estraniamento, di fuga da una quotidianità assordante, un posto altro prima ancora che un posto nuovo. Basti pensare ai cosiddetti “libri da spiaggia” che pure – come nota ironicamente Pauls – vengono letti anche in montagna o in collina, ma che devono al significato della battigia la loro definizione e anche diffusione. Spiaggia come perenne movimento ed eterno ritorno: ritorno all’infanzia e recupero di ricordi fino a poco prima dismessi. Luogo dunque affine al sogno e alle sue visioni. La vita a piedi nudi è anche la sintesi della poetica di Alan Pauls che trae forza in quel traccheggiare continuo nel passato per estrarre un senso. Una ricostruzione che non ha mai l’obiettivo morale di ottenere una verità certa, ma che invece si carica della necessità di dare un corpo possibile al futuro che spesso appare estraneo, se non ostile e difficile da comprendere.

La vita a piedi nudi
Alan Pauls
Sur, 109 pp., 15 euro

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