Le grandi dimissioni

Federica Bassignana

Francesca Coin, Einaudi, 288 pp., 17,50 euro

“Fai il lavoro che ami e non lavorerai mai un giorno della tua vita”, è una convinzione che oggi regge ancora? Francesca Coin, sociologa che si occupa di lavoro e diseguaglianze sociali, apre uno squarcio con il suo saggio Le grandi dimissioni sulle persuasioni del lavoro come misura di tutte le cose, del merito, del privilegio e della scansione del nostro tempo. “Ci hanno sempre ripetuto che il lavoro è ciò che ci definisce, il fondamento della nostra dignità di esseri umani. E allora perché, in tutto il mondo, sempre più persone si dimettono?”. La questione – nota come “Great resignation” – è molto discussa nel dibattito pubblico, spesso affrontata in maniera caricaturale senza scendere nel profondo della sua complessità. Coin si inserisce offrendo uno spaccato lucido e attuale della situazione a livello non solo italiano – nelle sue contraddizioni in termini di domanda, offerta di lavoro e dimissioni – ma interpretandola da un punto di vista globale.

  

In principio, un presupposto cruciale: “Il nuovo rifiuto del lavoro è un fenomeno ambivalente e contraddittorio, sintomo di una rottura epocale”, scrive l’autrice. Il suo immaginario è andato in frantumi a partire dalla pandemia perché “è stata il catalizzatore di un processo di disaffezione al lavoro che ancora non ha fine”. Un saggio che racconta il fenomeno attraverso dati, statistiche, report, prendendo in considerazione movimenti culturali, aree geografiche, retaggi storici, ma a completarne realmente il quadro sono le voci, le storie di chi, da questo sistema, ha fatto un passo a lato. Amanda: “Intendo ricordare i miei limiti. «No» è una frase di senso compiuto”; Viola: “Mi sono sottratta a un sistema nel quale non riuscivo a riconoscermi. Ho cercato di rendere impossibile che si prendessero il meglio di me”; Rosa: “Se non mi consenti di risposare o di avere una vita io non vivo”; Silvio: “Mi stavo ammalando. Arrivavo alla porta dell’ospedale, timbravo, e mi veniva un conato di vomito”.

 

Dalla grande distribuzione al mondo delle aziende, dal settore bancario e sanitario all’universo culturale e della ristorazione: è probabile che molti ritrovino pezzi delle proprie esperienze tra le righe. Coin mette in luce l’anello che non tiene, il lato spesso taciuto di un’era della performatività pressante, cultura tossica e burnout. Un libro che è un appello a ricordare come prendere consapevolezza sia il primo passo e smettere di abbassare l’asticella sia una diretta e urgente conseguenza. 

  

Le grandi dimissioni
Francesca Coin
Einaudi, 288 pp., 17,50 euro