Una fogliata di libri

Le notti senza sonno

Giordano Ferri

La recensione del libro di Gian Andrea Cerone, Guanda, 571 pp., 19 euro

Il colore di Milano è il giallo. Quello dei suoi tram, del risotto allo zafferano e delle vecchie case di ringhiera. E quello dei romanzi che l’hanno raccontata: da quella malinconica e anni Trenta del Carlo De Vincenzi – più poeta che poliziotto – nato dalla penna del vero capostipite del giallo all’italiana, Augusto De Angelis, a quella al neon di Scerbanenco fino a quella contemporanea (con tanto di seconda vita Amazoniana) di Robecchi. Che si tratti del Norberto Melis di Hans Tuzzi o del capo commissario di Porta Venezia Mario Arrigoni, ideato del "giallista delle portinaie" Crapanzano, i vari “Philip Marlowe alla cassoeula” sono ormai patrimonio nazionale. Non è facile infilare, tra tutte queste sfumature, una nuova pennellata, un tocco di giallo diverso. 


Prova superata per Gian Andrea Cerone, tra le altre cose fondatore della piattaforma di podcast Storielibere, con Le notti senza sonno, esordio meneghino  e adrenalinico. Due casi efferati che corrono in parallelo e due sbirri di carta che “danzano insieme da anni come una coppia di professionisti”, due investigatori talmente diversi da essere una cosa sola. L’esperto commissario Mario Mandelli e l’irrequieto ispettore Antonio Casalegno, aiutati da anatomopatologi e smanettoni  dell’Unità di analisi del crimine violento, “tutta gente allenata a inseguire i cattivi fin nei meandri dell'inferno”. Una squadra di personaggi di cui si diventa subito amici (felice premessa per nuovi episodi) e che si muove su quello straordinario palco che è la Milano “noir”. Metropoli di palazzoni e luci, di periferie e lussi, scintillante e oscura, permalosa e crudele. Capace di nascondere sotto una superficie di cemento e acciaio la sua vera anima d’acqua, di canali sotterranei che, come le storie del romanzo, sono destinate a confluire e a mescolarsi in quello sfondo nero e letterario delle insonni notti milanesi. Nelle quali la morte è nell’aria. Non solo quella seminata da un serial killer che si accanisce contro le donne, seminando indizi indecifrabili, ma anche quella subdola portata da un misterioso virus che sta mietendo vittime in Cina e che pare essere arrivato anche in Italia. L’epoca, infatti, è quella dei primi sette giorni del Covid. Una settimana di assedio incipiente, un limbo che va dal 21 al 28 febbraio 2020. E quel tempo sospeso è quello su cui Cerone gioca per dosare la tensione: il caso va chiuso in fretta, prima che la pandemia freni le ricerche. 

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