Una Fogliata di libri

La casa di marzapane

Gaia Montanaro

La recensione del libro di Jennifer Egan, Mondadori, 384 pp., 22 euro

"Si può ricominciare daccapo senza lasciarsi tutto alle spalle?”. Forse parte proprio da qui, dalla necessità o dalla volontà di abbandonare la memoria di ciò che è stato per lasciare spazio a ciò che sarà che si innesta, per paradosso, il romanzo – corale, articolato, caleidoscopico e brillante – con cui il premio Pulitzer Jennifer Egan torna a raccontare il mondo di oggi attraverso il filtro della tecnologia. Riprendendo alcuni personaggi già presenti ne Il tempo è un bastardo, la Egan qui mette al centro la vicenda di Bix Bouton, miliardario e luminare nel campo della tecnologia e fondatore di una società – Mandala – che si trova in piena crisi d’ispirazione. Passeggiando nella sua New York, una sera viene a contatto con una nuova suggestione: l’esternalizzazione delle percezioni umane che diventa, per estensione, quella delle coscienze.

 

In pratica, Bix crea prima “Riprenditi l’inconscio” ovvero una memoria che consente di ritrovare tutti i ricordi passati, anche quelli apparentemente rimossi e poi una vera e propria “Coscienza collettiva” dove chiunque possa mettere a disposizione i propri ricordi e percezioni in modo che ogni persona possa attingervi. Il sistema, distopico al punto giusto, porta con sé passi avanti insperati soprattutto nell’ambito delle cure mediche e della lotta al crimine ma il prezzo da pagare – dal punto di vista umano – è altissimo. Di questo si accorgono via via i personaggi che gravitano accanto a Bix, che con questa nuova prassi devono fare i conti e che, in qualche caso, tentano di deviarne o alterarne il corso. Perché ci sono ricordi che sfuggono al sistema, che la gente sceglie di tenere per sé. Aspetti che si desidera custodire nella sfera privata e che solo in quel perimetro hanno un senso, un valore e un luogo proprio da abitare.

 

“Stiamo superando un limite, violando la mente di un’altra creatura senziente? Stiamo scoperchiando un vaso di Pandora?”. I personaggi della Egan se lo chiedono continuamente, facendo appello a una ricerca di autenticità che non vada mai a detrimento altrui. Si muovono in un mondo – cronologicamente neanche troppo futuro – in cui di fatto la vita privata non esiste più e le tecnologie, nella loro versione più pervasiva e fuori controllo, hanno soppiantato e intaccato per sempre uno degli aspetti che rende più umano l’uomo ovvero la memoria, la capacità di magnificare i ricordi e di farli vivere e risuonare nelle proprie esistenze. La Egan racconta con ironia, brillantezza e acume la costruzione di questa casa di marzapane, dolce all’apparenza ma insidiosa al suo interno. “Nulla, infatti, è più insopportabile della libertà, quando la si possiede”. 

Jennifer Egan
La casa di marzapane
Mondadori, 384 pp., 22 euro

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