una fogliata di libri

Commento a Umano, troppo umano aforisma per aforisma

Rinaldo Censi

La recensione del libro di Sossio Giametta, Bibliopolis, 609 pp., 45 euro

Sono i primi anni Sessanta quando Giorgio Colli affida con gesto lungimirante la traduzione di Umano, troppo umano a Sossio Giametta che, in quegli anni, progettava di recarsi in Germania per un soggiorno che gli avrebbe permesso “non di perfezionare” il suo tedesco, ma di aggiungere vocaboli “al non molto” che egli già possedeva. Lo ricorda egli stesso nella prima pagina dell’acuta introduzione al suo monumentale studio pubblicato recentemente da Bibliopolis (in alleanza con Vivarium Novum), dedicato ai due volumi scritti da Nietzsche tra il 1878 e il 1886: la prima opera del filosofo presentata in forma aforistica.

 

Il titolo è già tutto un programma: Commento a Umano, troppo umano aforisma per aforisma. Formidabile. Si tratta per Giametta dell’instauratio magna di Nietzsche. Punto di rottura nei confronti della metafisica di Schopenhauer e Wagner. Trampolino di lancio per quella fabbrica del pensiero in grado di attivare quella funzione “scettico-decostruttiva” che provocherà le opere successive (prima dello Zarathustra). Umano, troppo umano è quel balzo che permette a Nietzsche “il passaggio dal monismo metafisico alla pluralità del mondo, dall’ontologia alla fenomenologia”. E “l’aforisma si rivela la forma più adatta al suo ingegno, al suo ricercar”.

 

Sbaglieremmo se considerassimo questo lavoro princeps come quello di una vita? Questo studio è un corpo a corpo filosofico con il testo spezzettato di Nietzsche, ma pure il risultato di una lunga riflessione condotta “con dita ed occhi delicati”. Qualcosa nell’architettura di questo volume ci ricorda il famoso frammento 110 dell’Athenaeum: “Appartiene ad un gusto sublime, l’elevare sempre le cose alla seconda potenza. Per esempio, copie di imitazioni, giudizi di recensioni, supplementi a integrazioni, commenti a note. A noi Tedeschi ciò è in sommo grado congeniale in quanto consente di tirare in lungo; ai Francesi, in quanto può favorire brevità e vuotezza”. Basta aprire la pagina che include il titolo: “Commento a Umano, troppo umano I*”. Un minuscolo asterisco appare dopo il numero romano. E’ una nota di Giametta che discute la scelta di Colli-Montinari di tradurre, nell’edizione Adelphi, il termine Allzumenschliches con “troppo umano”. Segue un commento alla “Nota introduttiva di Mazzino Montinari” apparsa nell’edizione Adelphi 2011. Elevare le cose alla seconda potenza: che avventura superba questo libro.

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