Dignità del cristianesimo e indegnità dei cristiani

Maurizio Schoepflin

Recensione del libro di Nikolaj A. Berdjaev edito da Lindau (69 pp., 9,50 euro)

Nato a Kiev nel 1874 e morto a Clamart, non lontano da Parigi, nel 1948, Nikolaj Alexandrovic Berdjaev, alla stregua di vari altri intellettuali russi, guardò con interesse e ammirazione al comunismo, per poi distaccarsi radicalmente da esso e orientarsi verso l’adesione a una metafisica di ispirazione cristiana e personalista. Fu una scelta, questa, che nel 1922 gli costò l’esilio, trascorso per un breve periodo a Berlino e poi, dal 1925, a Parigi. Proprio nella capitale francese egli dette alle stampe nel 1928 il breve saggio Dignità del cristianesimo e indegnità dei cristiani, di recente proposto nella traduzione italiana di Giorgia Rimondi, che vi ha pure premesso un’ottima introduzione. Come si evince facilmente dal titolo, lo scritto di Berdjaev prende spunto dalla più diffusa critica mossa alla religione cristiana, ovvero quella che ne evidenzia il fallimento storico testimoniato dall’indegnità di coloro che dichiarano di seguire il Vangelo, mentre, molto spesso, lo contraddicono con il loro comportamento. Ma ciò, lungi dallo screditare l’annuncio di Cristo, ne esalta la grandezza: “La cosa più difficile – afferma a tale riguardo l’autore – è realizzare nella vita la religione dell’amore, ma non per questo la religione dell’amore è meno elevata e meno vera. Il cristianesimo non ha colpa del fatto che la sua verità non venga osservata e realizzata nella vita. Cristo non ha colpa del fatto che i suoi precetti vengano calpestati”. Oltre alla grande difficoltà che comporta la coerenza cristiana, Berdjaev sottolinea l’inadeguatezza di chi giudica la storia del cristianesimo e della chiesa soltanto sulla base del suo aspetto visibile, dimenticando di tenere nella giusta considerazione la dimensione spirituale, quella della carità, della preghiera, della santità. Il presunto fallimento storico del messaggio cristiano è connesso con la libertà dell’uomo, e mentre il comunismo persegue la propria realizzazione attraverso la violenza e la coercizione, “Dio non vuole fare uso della forza” e l’avvento del suo regno richiede che l’uomo si converta liberamente. Inoltre, secondo Berdjaev, nulla ha a che vedere il messaggio di amore e di bontà che sta al centro del Vangelo con l’appello di Marx all’odio e alla lotta armata. Certamente i cristiani non sempre sono stati fedeli alla parola di Gesù, ma la buona novella contenuta nel Vangelo non è equivocabile. La verità cristiana trova un grave ostacolo nella natura peccaminosa dell’uomo. La storia della chiesa, di quella cattolica come di quella ortodossa, deve essere interpretata alla luce del fatto che essa è una realtà divino-umana. L’origine della chiesa è celeste – sostiene Berdjaev –, ma essa vive nel mondo, subendone i condizionamenti negativi. I cristiani sono chiamati a essere fedeli al Vangelo e coerenti con la fede che proclamano; mai, però, si dovrà dimenticare che si tratta di un compito estremamente difficile, addirittura impossibile senza l’aiuto del Signore.

 

Dignità del cristianesimo e indegnità dei cristiani
Nikolaj A. Berdjaev
Lindau, 69 pp., 9,50 euro

Di più su questi argomenti: