Luna di miele a Cape May

Gaia Montanaro

Chip Cheek, Einaudi, 272 pp, 19,50 euro

La primavera dell’amore tra Henry ed Effie ha i colori dell’autunno. Quelli di Cape May, località marittima del New Jersey – spiagge ampie e faro alla Hopper – dove la coppia di sposini si reca per la luna di miele e dove l’estate è appena finita. I locali sono chiusi, le persiane accostate e il paese quasi svuotato come immerso in una lunga attesa che il sole ritorni a illuminare la baia. I due ragazzi quasi ventenni devono imparare a conoscersi, a convivere e prendere famigliarità l’uno con l’altro, l’uno con il corpo dell’altro. Henry impacciato e ritroso, Effie fragile e forte insieme. Sono una nuova famiglia nel 1957, quando i ruoli sociali sono ben definiti così come definite sono le certezze su quello che ci si deve aspettare o meno dall’altro. La routine stanca e già piena di noia che Henry e la moglie cominciano a provare dopo solo pochi giorni a Cape May – e che fa valutare loro di anticipare il rientro in Georgia – è spezzata dalla partecipazione a una festa mondana dove Effie rincontrerà Clara, vecchia conoscenza d’infanzia, insieme al suo amante Max e alla sorella Alma. Di quest’ultima Henry si innamora istantaneamente, preda di una sorta di attrazione fatale a cui è incapace di resistere. Tutto cambia nella vita della coppia, le serate diventano avventurose e innaturalmente divertenti, fatte di scorribande notturne e uscite in barca a vela. Effie e Henry vivono una vita che non è la loro, che li esalta e li spaventa assieme. Una vita dove sono liberi da qualsiasi regola, dove nessuna delle loro pregresse certezze o codici sembra importare. Possono giocare a fare “gli adulti”, in cerca di un’emancipazione sessuale e di un’esistenza dove nulla sembra definitivo e importante davvero. Ma questo gioco sfugge loro di mano e la vita glamour fatta di feste private, cocktail e vanità comincia a mostrare tutte le proprie insidie e ad allontanarli.

I due giovani non si conoscono più, non si riconoscono. Perdono se stessi nel momento in cui non riescono più a riconoscersi nello sguardo – a volte limitato – l’uno dell’altro. La perdita dell’innocenza per Henry e Effie coincide non con il diventare adulti ma con il non sapere più chi sono. E quindi con la paura di non riuscire più a ritrovarsi. E a perdonarsi. “C’è qualcosa di cui ti importa? Insomma, sembra che niente di tocchi”, dice Henry a Clara dopo una notte disastrosa passata in prigione. “Oh, Henry, tesorino, la mia è tutta una messinscena” risponde Clara, ormai assuefatta ad un mondo fatuo e legato solo all’apparenza ma per lei in realtà pieno di insicurezze.

La penna esordiente di Chip Cheek racconta con una scrittura piana, non dimostrativa ed equilibrata l’esistenza di una coppia comune che viene travolta dal mondo e che se ne lascia corrompere. Una coppia che è messa alla prova quando non ha ancora alcuno strumento di difesa. Che desidera tutto ma non sa che quel tutto ha un prezzo. E quel prezzo ha molto a che fare con cosa si è disposti a perdere.

 

LUNA DI MIELE A CAPE MAY
Chip Cheek

Einaudi, 272 pp, 19,50 euro

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