Marie aspetta Marie

Gaia Montanaro

di Madeleine Bourdouxhe, Adelphi, 145 pp., 16 euro

Isentimenti si vivono, non si formulano”. In questa frase è racchiusa gran parte dell’identità di Marie, la protagonista assoluta del romanzo dell’autrice belga Madeleine Bourdouxhe uscito per la prima volta nel 1943. La storia è molto semplice, quasi elementare. Marie è una giovane donna, sposata con Jean che ama profondamente. Una mattina i due si trovano in riva al mare e, mentre Jean va a fare il bagno, Marie incontra lo sguardo di un giovane studente sdraiato al sole. Questo basta a risvegliare nella donna un desiderio passionale fortissimo che la porterà a intessere una relazione erotica con il ragazzo. L’anomalia sta nel fatto che Marie tradisce non perché mossa dall’insoddisfazione nel rapporto con il marito, che ama sinceramente e a cui non può imputare nessuna mancanza, bensì come forma di affermazione di sé, della libertà in nome della quale la donna rivendica di poter scegliere nella propria vita. E’ questo il cuore nodale della storia, il tema che l’autrice avverte come urgente: raccontare una donna che, attraverso il viatico dell’esperienza erotico-amorosa, trova una chiave per esprimere sé, per affermare la propria identità. “Marie, se avesse un figlio, lo amerebbe con tutta la sua carne e tutto il suo cuore, ma non si rattrista né si rallegra di questa assenza. Non desidera un figlio come si ambisce a un ideale, non ama né il lusso né i ricevimenti, non ha vere amiche, non le piace scegliere le carte da parati, non crede alla felicità… forse non le piace niente, e non aspetta niente…”. A poco a poco la riscoperta, o scoperta, della sua identità porterà in Marie un nuovo sguardo verso le persone e le circostanze, una nuova consapevolezza figlia di chi comincia a capire e conoscere davvero di cosa è fatta la vita. “Si vede solo ciò che si capisce. E si capisce solo ciò che si ama” dice Marie a un certo punto: il nuovo amore per quel giovane studente, che rimane per tutto il romanzo senza nome come a sottolineare che egli rappresenta una “funzione” per Marie e non una reale alterità, rende possibile alla donna la conoscenza più vera delle cose, il loro svelarsi.
Il tema della libertà, declinato in qualche modo nel contesto dell’emancipazione femminile, acquista una certa dirompenza se si considerano gli anni in cui il romanzo è stato scritto, in un periodo bellico nel quale la concezione femminile era considerata sempre ancillare rispetto a quella degli uomini e in cui un personaggio come quello di Marie era portatore di caratteri nuovi e anticonformisti. Ai lettori di oggi rimane l’occasione di incontrare una donna volitiva, che capisce l’importanza di avere presente la propria identità per potere incontrare quella altrui. La Bourdouxhe con uno stile sobrio ma ricco di una componente sensoriale, descrive personaggi e situazioni con delicatezza, restituendoci un’atmosfera sfumata simile a un quadro dipinto en plen air. “Marie non ama niente? Non aspetta niente? Marie ha il cuore gonfio di amore. E Marie aspetta Marie”. 

 

MARIE ASPETTA MARIE
Madeleine Bourdouxhe
Adelphi, 145 pp., 16 euro

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