Foto di Marco, via Flickr

Le coppie amate

Francesco Pacifico

Non abbiamo niente contro i figli degli altri, però l’amore fra gli amici ha bisogno di spazio

Cara posta del cuore, siamo una coppia di quarantenni senza figli, ci piace lavorare, viaggiare e stare in compagnia. Negli ultimi anni abbiamo trovato un’altra coppia con le stesse inclinazioni e ce ne siamo innamorati. Ci sono diverse coppie con cui amiamo passare il tempo in relazioni sane, platoniche, di stima reciproca anzi dovrei dire incrociata, con la giusta dose di attrazione che sia abbastanza da rendere allegre le cene ma non soverchiante al punto da creare problemi. Tra tutte queste coppie, loro sono la nostra preferita. L’ultima volta che siamo stati insieme tutti e quattro è stato su una spiaggia della California. Insieme abbiamo visto Louis CK dal vivo prima che venisse bandito dallo show business. Loro sono due persone uniche: spartane e insieme amanti della bellezza; illuminate senza prendersi sul serio; colte ma sportive e frivole il giusto; sono persone umili ma conoscono il proprio valore… Oh posta del cuore, mi pare di star facendo a te la dichiarazione d’amore che io e mia moglie non abbiamo mai fatto a loro… 

 

Abbiamo sempre accettato il fatto che avessero figli. I loro due bambini, una femmina e un maschio, sono fantastici quanto loro. Ci troviamo benissimo, quando siamo ospiti a casa loro ci giochiamo, ci è capitato di fargli da baby sitter, e ci lasciamo svegliare la domenica mattina presto anche con l’emicrania. I due bambini, ormai quasi ragazzi, intelligenti, bizzarri, idiosincratici, educati, ci hanno accettati subito, ci siamo integrati senza conflitti.

 

Certo però… A volte ci piace stare da soli, noi quattro. Ci piace andare alle mostre, un weekend fuori, un viaggio, in spiaggia, a cena fuori. Vorremmo prenderci del tempo per noi quattro.

 

Sarà pure un amore che non osa dire il suo nome, destinato a essere secondario rispetto a quello familiare, ma l’amore tra coppie affini è forse l’unico integratore emotivo della vita monogamica a rimanere privo di controindicazioni. Quindi a te lo posso confessare: abbiamo assistito con una felice ansia alla crescita dei loro due figli. Dopo aver giocato a basket col più grande, una domenica al parco, e aver visto un filmato della piccola che provava a correre su uno skateboard, mi sono detto: “E’ fatta, sono diventati grandi, sempre più autonomi, saranno pieni di amici, sono simpatici, studieranno molto, faranno cinque sport… A breve i genitori si ritroveranno finalmente soli, liberi di partire per un grande viaggio con noi”.

 

Due settimane fa ero a Milano per l’uscita del mio romanzo. Dopo la presentazione in libreria siamo scesi nel piano interrato di una pizzeria per una cena con una ventina di amici e colleghi: c’erano anche loro. A un certo punto quindi ho raggiunto il loro capotavola e loro due con aria maliziosa si sono detti, ad alta voce: “Ma proprio non capisce, eh?”.

 

Ho riso d’istinto e ho chiesto: “Cosa?”.

 

Lei si è posata la mano sulla pancia e con il suo tipico sorriso dolce e insieme pungente: “Dai, come fai a non vedere? E’ tutta la sera che non te ne accorgi”.

 

E’ vero, la sua pancia sporgeva un po’, e non me n’ero accorto. Lei è magra, di solito porta vestiti larghi.

 

Che sguardo dolce avevano: ho provato tenerezza e affetto e credo di aver detto “Ma che bello”. Ho pensato a mia moglie, rimasta a Roma: era una cosa che potevo condividere solo con lei. Ero felice, ed ero triste.

 

Il giorno dopo abbiamo chattato un po’ in quattro sulla chat che aprimmo per il nostro primo viaggetto insieme. Io insistevo che mia moglie ricevesse la notizia direttamente dalla nostra amica, non volevo dirglielo io: insomma, era un bell’evento, e quando ti piace qualcuno veramente sei felice della sua felicità anche se va contro i tuoi desideri.

 

La sera del mio ritorno a Roma, a cena io e mia moglie ci siamo finalmente confrontati. Eravamo entrambi dispiaciuti: “Lei ha detto che viaggeranno lo stesso con noi…”. “Seeee figurati, ormai è finita…”.

  

Io e mia moglie pensavamo che avremmo passato la mezza età con loro, e invece i nostri piani sono andati a farsi friggere. Continueranno ad amarci, ma continueranno anche a dividersi tra noi e la loro famiglia. Tutte le allusioni ascoltate negli ultimi anni, a una libertà futura in cui ci saremmo frequentati senza orari, sono state spazzate via dalla nuova gravidanza.

  

Non ho niente da dire contro il miracolo della vita e dell’esperienza genitoriale, cara posta del cuore, ma la mia passione per il Medioevo mi porta a chiedere: quand’è che l’amicizia riconquisterà la sua dignità di caposaldo della società (socio = amico) e le relazioni amicali, contrappeso luminoso al faticoso familismo italiano, riceveranno – che ne so! – un riconoscimento giuridico, o per lo meno qualche detrazione fiscale?

  

Tuoi, Innamorat*77/79

  

E’ in libreria l'ultimo romanzo di Francesco Pacifico, “Le donne amate” (Mondadori)

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