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Finlkielkraut contro gli intellò “bambini” che criticano la quarantena

“Rimango confuso dalla loro ignoranza perentoria. E penso all’ammirevole formula di Gombrowicz: più sanno, più sono stupidi”

Ogni lunedì, segnalazioni dalla stampa estera con punti di vista che nessun altro vi farà leggere a cura di Giulio Meotti


  

Hanno reagito troppo tardi, dicono alcuni; fanno troppo, dicono gli altri. Denunciano la loro disattenzione, gridano allo scandalo e persino al crimine di stato. Sono ribelli a vedere le libertà elementari distrutte da ciò che chiamano, dopo Michel Foucault, ‘biopotere’”. Così Alain Finkielkraut. “Sapendo, da parte mia, che i bambini immunizzati trasmettono il virus a coloro che non lo sono, rimango confuso da tale ignoranza perentoria. E penso a questa ammirevole formula di Gombrowicz: ‘Più sanno, più sono stupidi’. Come ci ha insegnato il XX secolo, la stupidità non è l’opposto dell’intelligenza, c’è una stupidità dell’intelligenza, una stupidità degli intellettuali che prende la forma dello spirito di sistema. Di fronte a una pandemia senza precedenti, la stupidità dell’intelligenza incrimina non il virus, ma i governanti. Non importa quanto immensi siano i loro sforzi per salvare le aziende ed evitare licenziamenti. Vorrei essere chiaro: è del tutto legittimo sottolineare le carenze dell’esecutivo e criticare la sua comunicazione o procrastinazione. Ma l’odio che prende il posto della critica oggi si basa sull’oblio che è il destino della condizione umana. E questa dimenticanza è imperdonabile. I libertari arrabbiati sembrano bambini improvvisamente privati ​​dei loro autoscontri. L’anticonformismo sistematico è un riflesso pavloviano”.

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