Consigli al dottore Pallotta per farla finita con le non-vittorie romaniste

Alessandro Giuli
Non s’illuda, signor presidente James Frank Pallotta Jr. E’ altamente probabile che la Roma vinca, domani sera all’Olimpico con il Bate Borisov, e alla fine ‘sto primo turno di Champions lo sfanghiamo in un modo o nell’altro.

Non s’illuda, signor presidente James Frank Pallotta Jr. E’ altamente probabile che la Roma vinca, domani sera all’Olimpico con il Bate Borisov, e alla fine ‘sto primo turno di Champions lo sfanghiamo in un modo o nell’altro. Capacissimo pure che la squadra strappi un punticiello al San Paolo, nella prossima trasferta di Napoli (la Roma è specializzata nei pareggi, ormai è cosa nota). Ma a quel punto? Niente. Tutto sarà come prima. E cioè periclitante, ambiguo, destinato all’incertezza del futuro e alla certezza del presente: la Roma non vince, bene che vada resterà la prima dei non vincenti. A meno che… Ascolti me, dottore Pallotta, che mi ci sono imbiancato capelli e barba a forza di stare dietro ai colori. Faccia così: nomini un plenipotenziario assoluto, un suo vice esecutivo la cui parola sia legge, e marziale per giunta. Può essere anche una donna eh, purché col passaporto italiano, anzi romano. E che abbia carta bianca per trattare col coltello fra i denti. Primo passo: rinegoziare daccapo la divisione delle curve con il prefetto, per restituire la Sud all’As Roma. Può sembrare marginale, non lo è: è tutto. Poi le spiegherò meglio, dottore Pallotta, intanto dia retta a me.

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