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Terrazzo

La Maison du Peuple di Clichy rischia di divenire un negozio del gruppo Alain Ducasse

Manuel Orazi

Questa casa del popolo non è solo opera del gotha ingegneristico degli anni Trenta ma è anche l’espressione della nuova “socialità operaia”, un bene comune nato per alleviare le pene di una dura vita periferica negli anni della grande depressione

Non c’è pace per il moderno. Dopo la Geller House, opera prima di Marcel Breuer a New York, ora è in pericolo la Maison du Peuple di Clichy, sobborgo a nord di Parigi. Le Monde e Le Figaro hanno già pubblicato articoli preoccupati perché il comune ha venduto ai privati a soli 500  euro al mq questo edificio fondamentale per l’idea stessa della modernità francese. Fino a oggi aveva ospitato una lunga serie di funzioni (mercato, cinema, sala eventi, servizi), poi per via del Covid è andato in crisi (l’anno scorso ci pioveva dentro) ma ora rischia di divenire un negozio monomarca del gruppo Alain Ducasse, in particolare della sua linea di cioccolato. La Direction régionale des affaires culturelles (Drac) d’Ile-de-France ha rilasciato il permesso in tutta fretta dopo che il Groupe Duval nel 2019 aveva incaricato l’architetto Rudy Ricciotti di accostargli un hotel di lusso, progetto subito bocciato fra le proteste delle associazioni di quartiere. Vincolata dal 1983, una sua demolizione è certo impensabile, ma verrebbe del tutto snaturata.

 

Questa casa del popolo non è solo opera del gotha ingegneristico degli anni Trenta, cioè Eugène Beaudouin, Marcel Lods, Vladimir Bodiansky e Jean Prouvé. I primi due erano abituati a lavorare in coppia, con André Sive fra i loro collaboratori, gli altri due invece sono stati i principali collaboratori di Le Corbusier. Comune a tutti era la fede in un’architettura meccanizzata e flessibile, cioè moderna, luminosa, ariosa e igienica in un quartiere che allora era operaio e sporco.

 

Costruita fra il 1935 e il 1939 in modo da ospitare più attività diurne e notturne semplicemente adattandosi alla sua funzione vale a dire da mercato a cinema o sala da ballo oscurando la grande “facciata libera” svincolata cioè da ogni funzione strutturale (uno dei dogmi di Corbu), la Maison du Peuple era anche l’espressione della nuova “socialità operaia” cioè un bene comune che alleviasse le pene di una dura vita periferica negli anni della grande depressione. C’erano state molte altre case simili come quella liberty di Victor Horta a Bruxelles e poi in mezza Europa, però questa è speciale. E’ il primo edificio apribile e richiudibile, frazionabile, insomma un gioiello tecnico trasparente che anticipa di molto il Centre Pompidou di Piano & Rogers (guarda caso concorso vinto con Prouvé presidente di giuria), solo che non si trova nel centro della capitale, ma nella “cintura rossa” che all’epoca elesse il fronte popolare di Léon Blum. Persino l’altezzoso Frank Lloyd Wright ammise a denti stretti che la Francia era più avanti degli Usa, quando la visitò. In ogni caso sarà necessario un restauro conservativo.

 

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