Carlo Fuortes (Ansa)

Viale Mazzini

Fuortes, ricevuto da Meloni, ottiene ancora tempo. L'uscita Rai è rimandata (forse al 2024)

Carmelo Caruso

Dopo aver rifiutato il Maggio fiorentino, il dirigente della tv pubblica vuole La Scala di Milano. Intanto ottiene copertura politica e forse anche la promessa di un pacchetto di nomine, tra direttori di rete e tg. “La premier e l'ad torneranno a incontrarsi dopo l’approvazione del Bilancio Rai”, dice la nota di Palazzo Chigi

Ormai si può scrivere: è il “Molleggiato della Rai”, il “fantastico Fuortes”, il “Sandokan di Viale Mazzini”. Dall’ultima puntata: “Al Maggio Fiorentino non ci vado. Avrò un confronto con la premier”. E infatti l’ad Rai, Carlo Fuortes lo ha avuto. Erano le 15. Giorgia Meloni era tornata dal suo viaggio in India ed Emirati Arabi quando a palazzo citofona lui. Ha il fascino corsaro, quel cognome un po’ così. E per lasciare la guida della Rai vuole ancora La Scala di Milano! Mentre tutti pensavano “vedrai che Meloni lo licenzia”, “è finita, non ha più possibilità”, ecco la nota di Palazzo Chigi.

L’eroe della Malesia Rai resiste ancora, almeno fino al 24 aprile. Dal chigese, lingua istituzionale: “Nel corso del colloquio tra la premier e Fuortes, è stata esaminata la situazione economico-finanziaria della Rai in vista del bilancio consuntivo 2022 che verrà chiuso entro il mese di aprile 2023”. E dunque? Viene tutto rimandato. Segue ancora la nota: “Il presidente Meloni e Fuortes torneranno a incontrarsi dopo l’approvazione del Bilancio Rai”.

I “Raiologi” che hanno analizzato le parole spiegano: “Bisogna leggere tra le righe. Meloni gli dà in pratica copertura. Si parla ‘di bilancio che verrà chiuso’, dunque è come se i membri del Cda, quota centrodestra, abbiano ricevuto da Meloni il mandato di votare a favore”. Seconda osservazione: “Fuortes è riuscito a farsi ricevere direttamente dalla premier malgrado l’editore sia il Mef. E’ un portento”. Mentre il “portentoso” guadagnava tempo, a Firenze, il Cda del Maggio indicava come nuovo sovraintendente Ninni Cutaia. Cade quindi, e definitivamente, questa opzione. C’è chi crede che Fuortes possa a questo punto arrivare a fine mandato.

Debole la voce che Fuortes abbia detto sì all’affiancamento (Giampaolo Rossi di FdI come direttore generale). Più credibile la disponibilità di Fuortes a nominare Gian Marco Chiocci direttore del Tg1 e promuovere dirigenti come Ciannamea. Per il centrodestra questa ulteriore “proroga” sarebbe solo un modo per consegnare a Fuortes un pacchetto di nuove nomine (direttori di rete e di Tg). Nei prossimi giorni si attendono le decisioni di Agcom su dieci casi di pubblicità occulta a Sanremo, ma per le eventuali sanzioni passeranno ancora mesi. Da almeno un anno si dice che Fuortes lasci la guida della Rai e lui ogni volta lo fa credere salvo afferrare una liana e balzare ancora al settimo piano. La Rai finirà per sceneggiare Fuortes della Malesia. E’ il prodotto di maggior successo della Rai.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio