Ricetta seriale

Consapevole, ma con leggerezza. Love Life non è la solita storia d'amore

La storia di Darby, la sua crescita e la maturazione sentimentale tra errori passati e desideri da scoprire. Dieci episodi per un concept semplice e molto immediato ma la cui realizzazione è tutt'altro che semplicistica

Gaia Montanaro

Si, questa è proprio una storia d’amore. Non classica, però. Il che rende tutto più interessante. È approdata su Netflix la prima stagione di Love Life, commedia romantica in dieci episodi da trenta minuti con protagonista Anna Kendrick nei panni di Darby Carter (c’è già disponibile la seconda stagione, su Tim Vision). La serie antologica segue Darby nell’arco di quindici anni, dal suo arrivo a New York, e mette a tema il percorso amoroso della ragazza che, attraverso una serie di relazioni fallimentari (una per episodio) arriva a riconoscere il vero amore. Il concept del racconto è semplice e molto immediato ma la realizzazione è tutt’altro che semplicistica.

 

Nell’inanellarsi degli episodi, Darby compie un reale percorso di crescita e maturazione, cerca di non replicare gli errori del passato e si chiarisce via via cosa desidera e carca per sé in una relazione (e cosa invece non vuole e considera deleterio). Lo fa affrontando le tappe – piccole e grandi – tipiche della sua generazione: la ricerca di un’affermazione lavorativa, il rapporto con la maternità, con i genitori e i non detti in sospeso, l’affrontare relazioni a distanza, o con uomini appartenenti ad un ceto sociale diverso dal suo o ancora avventure amorose di una notte. Attraverso le varie relazioni che affronta, capisce quali sono le sue fragilità emotive (nella fattispecie: il fatto di credere di non meritare l’amore degli altri e di essere sempre bisognosa di ricevere un riconoscimento dall’esterno). Sarà un viaggio di consapevolezza, a tratti anche doloroso, ma raccontato sempre con un tono leggero, fresco e brillante (tipico di un certo gusto romantico/seriale americano alla “Modern Love”).

La serie, uscita per la prima volta nel 2020, è stata il prodotto di debutto della piattaforma americana Hbo Max (interessante osservare la scelta da parte del colosso americano della serialità di qualità, che si caratterizza per prodotti molto adulti, controversi e complessi, di presentarsi sul mercato delle piattaforme con un racconto tutto sommato piccolo, grazioso e che aspira a toccare le corde emotive dello spettatore). La serie ha come protagonista Anna Kendrick (già apprezzata nella pellicola Up in the air) ed è creata da Sam Boyd.

 

Come inizia ed è strutturata Love Life?

La serie sceglie di utilizzare la voce fuori campo, che in ogni episodio introduce quelli che saranno i temi affrontati e riempie i salti temporali dando allo spettatore le informazioni necessarie per comprendere al meglio il racconto. A differenza di altre serie “femminili” che utilizzano questa scelta narrativa (ad esempio Sex and the City o Gray’s Anathomy), in Love life la voce narrante non è quella della protagonista bensì una generica voce esterna, un vero e proprio narratore, che ci aiuta a tenere il fil rouge del racconto. Nel pilota, ad esempio, viene introdotto il personaggio di Darby dando alcune informazioni biografiche legate alla sua infanzia: la famiglia di provenienza – genitori divorziati fin da quando era piccola – e alcuni suoi tratti caratteriali nella gestione dei sentimenti. Una sorta di rapido decalogo che del personaggio che ci fa capire da dove Darby arriva e che mette le basi per il suo percorso affettivo nell’età adulta.

 

Love Life vi piacerà se…?

Quello che funziona davvero bene in Love Life è l’atmosfera. La capacità di creare un racconto in cui tutto è al posto giusto. Indubbiamente la cornice newyorkese aiuta sempre ma gli sceneggiatori americani hanno spesso la capacità – quando si misurano nella commedia romantica – di restituire un mood del racconto, quasi di mettere in scena uno spirito del tempo, che rende le serie di gusto e con un certo stile. Qui siamo dalle parti di un mix tra “Cinquecento giorni insieme”, condito con un po’ di “Modern Love” e un pizzico di Master of None. Mica male.

 

Com’è la seconda stagione di Love Life?

La seconda stagione della serie, essendo antologica, cambia del tutto i protagonisti ma non i temi domanti del racconto. Il punto di vista diventa quello maschile e il protagonista è Marcus Watkins, interpretato da William Jackson Harper. Anna Kendrick compare come guest star e ha in questo secondo capitolo della serie un ruolo anche produttivo.

 

Qual è il tono di Love Life in tre battute?

“Ora aveva un’esperienza diretta. Questo significava amare qualcuno”.

“Quando una relazione finisce, molti pensano che non troveranno mai più nessuno. Ma lo trovano sempre”.

“Accadrà tutto. Solo non nel modo in cui crede lei”.

 

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