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Verso il nuovo digitale terrestre

Come cambia la televisione a partire dall'8 marzo

Andrea Trapani

Come previsto dal decreto del governo dello scorso dicembre, l'8 marzo è il giorno dell'attivazione in Italia della codifica MPEG-4 per la trasmissione di tutti i programmi delle emittenti televisive nazionali. Istruzioni per l'uso

Una delle date da segnare nella storia della televisione italiana sarà quella dell’8 marzo 2022. Non sarà una rivoluzione come raccontata alla vigilia. Anzi. Mentre prosegue la fase della riorganizzazione delle frequenze partita a inizio dell’anno e che finora ha portato i telespettatori solo a risintonizzare i propri apparecchi, in questo mese si conclude il primo step previsto dalla road map verso il nuovo digitale terrestre: quello del passaggio alle trasmissioni con codifica MPEG-4 e l'abbandono definitivo dell’MPEG-2.

  

Cosa cambia nella visione dei canali?

Proviamo a tradurre quel che significano queste sigle. Con il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 21 dicembre 2021 è stata fissata per l’8 marzo 2022 l’attivazione in tutta Italia della codifica MPEG-4 per la trasmissione di tutti i programmi delle emittenti televisive nazionali.

  

I canali che verranno trasmessi in MPEG-4 - e visibili in alta qualità - saranno posizionati tra il numero 1 e 9 e dal numero 20 del telecomando. Ad esempio, il canale Rai 1 HD, attualmente visibile al numero 501, sarà spostato al numero 1. Idem per Rai 2 HD, etc., eccezion fatta per coloro che avevano già permesso a Mediaset di trasmettere i canali HD sui numeri brevi in una delle scorse risintonizzazioni.

 

Cosa significa? Tutti i canali saranno trasmessi con la nuova codifica MPEG-4 e potranno essere visualizzati correttamente, per dirla in poche parole semplici, solo da quei televisori e decoder in grado di supportare l’HD (l’alta definizione). Pertanto si può verificare che la propria TV sia compatibile provando a vedere i canali che sono già trasmessi in alta qualità: ad esempio, 502 per Rai 2 HD e 507 per LA7 HD. Non è necessario che tutti i canali in HD siano visibili: se almeno uno di questi canali è visibile, allora la TV è compatibile e consentirà la visione dei programmi che saranno via via trasmessi con la codifica MPEG-4. Insomma, una verifica abbastanza facile.

 

In rete, da tempo, circola anche un’altra modalità di controllo relativamente ai canali 100 e 200, creati per testare lo switch-off del 2023. Ad oggi però non serve. Insomma, l'8 marzo è solo la data in cui passano alle trasmissioni in HD anche tutti i canali generalisti che non lo avevano fatto nella prima fase del 20 ottobre scorso. In quell'occasione erano passati all'HD un numero importante di canali tematici (Rai 4, Rai 5, Rai Movie, Rai Yoyo, Rai Sport+ HD, Rai Storia, Rai Gulp, Rai Premium, Rai Scuola, TGCOM24, Mediaset Italia 2, Boing Plus, Radio 105, R101 TV e Virgin Radio TV), ma non tutti.

  

Cosa fare per continuare a vedere la tv

I canali generalisti rimarranno ancora visibili ‘non in HD’ per un tempo limitato sui canali dal 501 in poi, ma rimane un problema da porsi se non si possiede un televisore HD (si tratta dei modelli più vecchi, acquistati indicativamente prima del 2010). Se da una parte ci saranno questi canali provvisori, dall’altra bisogna ricordarsi che queste trasmissioni cesseranno progressivamente nei prossimi mesi.

 

Chi non vuole cambiare televisore, può risolvere acquistando un decoder esterno (già DVB-T2): i prezzi arrivano fino a 200 euro, ma ce ne sono di buoni già a partire da una spesa modesta (sui 25/30 euro). Chi sceglierà di cambiare TV invece può stare tranquillo visto che sul mercato, ad oggi, ci sono solo apparecchi compatibili con la nuova tecnologia.

  

TV locali e Fase 3

Una menzione a parte merita il passaggio al codec MPEG-4 dei canali delle TV locali che avverrà, per aree geografiche, in contemporanea con il calendario stabilito dal decreto Road Map per le operazioni di attivazione delle nuove frequenze previste in tutto il territorio nazionale.  

  

Nelle aree geografiche in cui il cosiddetto “processo di refarming” si è già concluso (come la Sardegna, la Valle d’Aosta e il Trentino Alto-Adige) e nelle aree del Nord Italia in cui la riorganizzazione delle frequenze avverrà proprio entro l’8 marzo, le emittenti locali dovranno procedere alla dismissione della codifica MPEG-2 in favore della codifica MPEG-4 nella stessa data prevista per l’attivazione della codifica MPEG-4 da parte delle emittenti nazionali, in modo che i cittadini di queste aree, con un’unica risintonizzazione, possano agganciare le nuove frequenze sia dei canali generalisti che di quelli trasmessi a livello locale.

 

Tutto questo in attesa della Fase 3 (prevista a gennaio 2023 quando ci sarà il definitivo abbandono DVB-T in favore del DVB-T2) che darà vita (finalmente!) al nuovo standard.

  

Dopo questo passaggio, stavolta sì, sarà necessario possedere un televisore con questo sistema di codifica o un decoder esterno. Per capirlo si può eseguire il già citato test dei canali 100 e 200. L’8 marzo invece, lo ricordiamo, basterà controllare solo se funziona l’HD. Anche se non è affatto detto che la qualità di trasmissione sarà migliore: le frequenze sono così “strette” che in alcuni casi qualche emittente TV, specie quelle più piccole, soffrirà la doppia beffa di una transizione non completata che le costringerà a trasmettere con una qualità lontana dall’alta definizione a cui ci stiamo abituando.

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