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Relazioni pericolose
Perché "parasocial" è stata scelta come parola dell'anno dal Cambridge Dictionary
Il termine "cattura lo spirito del tempo" e definisce una connessione, di tipo unilaterale, che una persona sente di avere con un personaggio famoso di un libro, un film, una serie TV, o un'intelligenza artificiale. Un sentimento che verso chi non si conosce veramente, che esiste sempre più nelle nostre società
La parola dell'anno 2025 per il Cambridge Dictionary è "parasocial", "parasociale" in italiano. Il termine definisce una connessione, di tipo unilaterale, che una persona sente di avere con un personaggio famoso di un libro, un film, una serie TV, o un'intelligenza artificiale, che non conosce veramente. Si tratta di un fenomeno che, secondo gli psicologi, ha ridefinito i concetti di fandom e celebrità. L'esempio più importante citato dal Cambridge Dictionary è quello che riguarda Taylor Swift. Quando la popstar ha annunciato il fidanzamento con il giocatore di football americano Travis Kelce, i fan hanno sentito subito un forte legame con la coppia anche se non li hanno mai incontrati dal vivo. Questo perché la cantante, attraverso i testi delle sue canzoni, in cui esprime sentimenti personali - parlando di appuntamenti, cuori infranti e desideri - è riuscita a creare con chi la ascolta una connessione talmente profonda da non far percepire la differenza tra lei e un amico vero.
È solo la seconda volta che un aggettivo diventa parola dell’anno, dopo “paranoid” nel 2016. E "parasociale cattura lo spirito del tempo del 2025", ha dichiarato Colin McIntosh, redattore del Cambridge Dictionary. "È un ottimo esempio di come la lingua cambi. Quello che un tempo era un termine accademico specialistico è diventato di uso comune. Milioni di persone sono coinvolte in relazioni parasociali e i dati lo confermano, con picchi di ricerche del termine sul nostro sito". Ad agosto il Cambridge Dictionary ha registrato un'impennata di ricerche per questa parola quando lo streamer IShowSpeed ha bloccato su X un fan ossessivo definendolo il suo "parasociale numero uno". L'utente ha pubblicato diverse foto di Speed con la sua fidanzata, mescolando screenshot, messaggi emotivi e interpretazioni personali della loro relazione.
A coniare il termine nel 1956 sono stati due sociologi dell'Università di Chicago, Donald Horton e Richard Wohl, che hanno osservato come gli spettatori televisivi sviluppassero legami con i personaggi dello schermo simili a quelli con amici e familiari reali. Secondo Simone Schnall, docente di psicologia sociale sperimentale all'Università di Cambridge, "l'ascesa delle relazioni parasociali ha ridefinito il fandom, la celebrità e, con l'AI, il modo in cui le persone comuni interagiscono online", ha affermato. "Siamo entrati in un'era in cui molte persone formano relazioni parasociali intense e talvolta malsane con gli influencer. Questo porta alla sensazione di 'conoscere' queste figure, di potersi fidare di loro, fino a forme estreme di lealtà. Eppure, è una relazione completamente unilaterale".
"Mentre la fiducia nei media tradizionali si erode - ha aggiunto Schnall - le persone si rivolgono a singole personalità come fonti autorevoli, sviluppando legami parasociali e trattandole come amici intimi o leader di un culto". Questa tendenza assume una nuova dimensione quando le persone trattano strumenti di intelligenza artificiale come ChatGpt come "amici" o surrogati di una terapia, creando "un'illusione di relazione" a cui soprattutto i giovani possono essere suscettibili. L'emergere di relazioni parasociali con i bot di intelligenza artificiale ha portato le persone a trattare ChatGPT persino come un partner romantico. Ciò ha portato a connessioni emotivamente significative, e in alcuni casi inquietanti, per gli utenti.
Quest'anno il Cambridge Dictionary ha aggiunto circa seimila nuove parole, tra cui "delulu" (un gioco di parole da 'delusional', delirante), la parola senza senso "skibidi" e "tradwife" (abbreviazione di 'traditional wife', moglie tradizionale). Altri termini che hanno avuto un impatto includono "slop", per indicare contenuti internet di bassissima qualità, specialmente se creati dall'intelligenza artificiale, e "memeify", ovvero trasformare un evento, un'immagine o una persona in un meme.
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