(foto Amazon)

I droni delle consegne Amazon fanno saltare i nervi ai californiani

Pietro Minto

L'azienda di Bezos ha annunciato di voler cominciare il servizio consegne nella cittadina di Lockeford. Ma è una decisione più spinta dalla concorrenza di Google e Ups che non dalle sperimentazioni raggiunte negli ultimi dieci anni

Primo dicembre del 2013. Jeff Bezos, fondatore e all’epoca amministratore delegato di Amazon, è ospite della nota trasmissione televisiva statunitense “60 Minutes”, dove annuncia “una piccola sorpresa” su un servizio futuristico che Amazon avrebbe cominciato a offrire presto: le consegne via drone. Le parole del ceo sono accompagnate da filmati prodotti dall’azienda stessa in cui una giovane coppia riceve a casa – un pezzo di suburbia in mezzo al verde – un pacco targato Amazon, prelevato da un drone direttamente da un magazzino e rilasciato nel loro giardino. Il tutto senza bisogno d’intervento umano.

Sono passati quasi dieci anni da quella puntata e il servizio Prime Air, come fu presentato all’epoca, è ancora una fantasia, uno scenario piuttosto lontano con cui l’azienda non smette però di giocare. E ora si prepara alla prima sperimentazione pratica nel territorio statunitense. Lo scorso giugno, infatti, l’azienda ha annunciato di voler cominciare a offrire il servizio nella cittadina di Lockeford, in California, poco più di tremila abitanti in un’area di venti chilometri quadrati, scelta “per il clima, la topografia rurale, l’accesso all’autostrada e una base di clienti esistente”, secondo una fonte di Amazon sentita dal Washington Post (quotidiano di proprietà dello stesso Bezos dal 2013).

Il paesino sembrava la scelta migliore per testare la tecnologia in un luogo isolato, il genere di comunità dallo spirito libertario in cui il colosso avrebbe potuto sperimentare in libertà. Previsioni non particolarmente azzeccate, vista l’accoglienza finora riservata ad Amazon da alcuni residenti di Lockeford, che accusano l’azienda di “invadere la nostra privacy” ma anche di voler “rovinare tutto”, prendendo di mira in particolare i negozi di famiglia

Anche per questo il gigante di Seattle ha subito precisato che Prime Air aggiungerà posti di lavoro nell’area e che i suoi droni non “catturano immagini quando volano verso una destinazione”. E visto che tra le strade del paesino c’è chi scherza sull’utilizzare i droni come bersagli per allenarsi al tiro al piattello, l’azienda ha sottolineato che “se qualcuno sparasse a un drone andrebbe contro la legge”. Anche perché i droni in questione non sono piccoli come quelli mostrati nel 2013: Amazon utilizzerà apparecchi larghi quasi due metri per 1,2 metri d’altezza, che scaricheranno i pacchi in un punto prestabilito dall’utente da un’altezza di circa un metro

Secondo le indiscrezioni del Washington Post, la squadra di Prime Air ha l’obiettivo di effettuare almeno qualche consegna “reale” a Lockeford, o il progetto sarà presto accantonato. E non sarebbe la prima volta. Prima di arrivare nei cieli californiani, Amazon aveva avviato un progetto simile nel Regno Unito, a Cambridge, dove le autorità locali avevano fatto il possibile per dare al gigante tutti i permessi del caso. Risultato: una sola consegna. A seguire, anni di tagli, problemi tecnici, rassicurazioni e, infine, la chiusura del progetto. Nel frattempo, il contesto è cambiato: sia Ups sia Google (tramite la controllata Wing) sono entrati nel settore delle consegne via drone, ottenendo una serie di autorizzazioni per metterle in pratica, spesso battendo sul tempo la stessa azienda di Bezos.

Già nel lontano 2013 i più critici avevano sospettato che l’annuncio fatto a “60 Minutes” fosse più che altro una trovata commerciale in vista del Natale, per spingere sempre più persone ad attivare l’abbonamento annuale Prime. Oggi, tra gli ex dipendenti dell’azienda, c’è chi pensa che i droni possano davvero funzionare nel futuro, almeno in alcuni casi, ma temono che la concorrenza di Google e Ups abbia costretto Amazon ad accelerare sui tempi, atterrando nel paesino californiano senza un piano preciso. 

Rimane da capire a chi serva davvero tutto questo. Questo genere di tecnologia è ritenuto troppo complesso (se non impossibile) da far funzionare nelle grandi città ma nemmeno il mondo rurale sembra morire dalla voglia di vedersi recapitare pacchi da droni larghi due metri. Ci sono allevatori preoccupati per il rumore che questi potrebbero fare, disturbando gli animali, e placidi residenti che si sono trasferiti a Lockeford proprio per il silenzio, e quindi preferirebbero non sentire il ronzio dei robot volanti di Amazon. Anche perché, dicono, le consegne sono abbastanza veloci così come sono.

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