Editoriali
Non sprecare l'occasione elettrica
Le infrastrutture del futuro passano da qui, ma siamo indietro. Bene Terna e Enel
Le salmerie seguiranno, il detto attribuito a Napoleone, ha accompagnato la crescita economica italiana del Dopoguerra con poche eccezioni come l’Autostrada del Sole. Costruite case, poi acqua, luce e gas seguiranno: così sono nati i nuovi agglomerati urbani, si è diffuso quel reticolato di abitazioni, capannoni, laboratori, negozi che è stato chiamato il modello italiano (senza nessuna ironia). Quando si è capito che bisognava invertire il percorso sono cominciati i guai. L’Italia è rimasta indietro nel costruire una ossatura infrastrutturale efficiente, mentre si faceva strada il fronte dei No, esploso poi nel grillismo. E una volta al governo il M5s si è avviluppato nelle proprie contraddizioni.
Nel nuovo mondo elettrico nel quale siamo ormai immersi il rischio di ricadere nei vecchi vizi, le salmerie, è sempre presente: la ricarica delle auto è ancora insufficiente, due terzi delle colonnine sono concentrate al nord e mancano soprattutto sulle autostrade, proprio dove ce n’è più bisogno. Hai voglia a concedere ecobonus per le auto elettriche se poi manca l’alimentazione. Hai voglia a potenziare il passaggio al digitale o la transizione energetica se le infrastrutture elettriche sono insufficienti. Come si stanno attrezzando le maggiori imprese che fanno capo allo stato?
Terna – società pubblica che gestisce le reti di trasmissione – ieri ha presentato un piano di investimenti da 8,9 miliardi tra il 2021 e il 2025 (al 95 per cento sostenibili): 5,4 miliardi saranno destinati ad aumentare la capacità di trasporto a cominciare da aree ancora oggi sotto dimensionate. Il più importante è il collegamento tra Campania, Sicilia e Sardegna che contribuirà a decarbonizzare la stessa Sardegna. Terna non investirà solo nelle attività regolate, ma sempre più in servizi di mercato, da fibra spenta a smart grid, dall’efficientamento energetico a trasformatori di potenza. Due settimane fa è stata Enel a impegnarsi per aumentare la produzione e accelerare la transizione verso fonti rinnovabili.
La pandemia ha stimolato una reazione positiva anche nelle aziende elettriche, dunque. Un buon utilizzo del fondo europeo per la ripresa può imprimere un ulteriore colpo d’acceleratore. La parola passa al governo, affinché l’Italia non perda il treno della grande transizione.
la causa negli stati uniti