Taxi volanti nei cieli di Los Angeles. Uber trasforma Blade Runner in realtà

L'azienda di trasporti annuncia i primi voli sperimentali entro il 2020 

Redazione

Nel 1982, quando Ridley Scott portò sullo schermo Blade Runner, le macchine volanti erano un ottimo effetto speciale per un film di fantascienza. L'idea di un futuro lontano che, probabilmente, non avremmo mai visto. Oggi, a distanza di 35 anni, nelle sale è arrivato Blade Runner 2049. Le macchine volanti sono ancora un ottimo effetto speciale. Ma l'impressione è che il futuro non sia più così distante.

 

Per capirlo basta ascoltare l'intervento di Jeff Holden, chief product officer di Uber, che stamattina, ospite del Web Summit di Lisbona, ha annunciato il nuovo progetto dell'azienda di servizi di trasporto: il trasporto aereo on demand. In realtà già un anno fa, nell'ottobre del 2016, Uber aveva presentato un piano di sviluppo dedicato a questo argomento denominato “Elevate”. Ma gli ostacoli tecnologici e burocratici apparivano insormontabili.

 

Eppure sono già diverse le aziende che stanno lavorando per trasferire il trasporto dalla terra al cielo. Lo scorso gennaio, sul Foglio, avevamo raccontato il progetto Airbus Vahana, ma da Boeing a Kitty Hawk, piccola società di proprietà del fondatore di Google Larry Page, la concorrenza appare piuttosto agguerrita.

 

La domanda, quindi, è quella contenuta nel titolo dell'intervento tenuto da Holden a Lisbona: quanto dovremmo aspettare prima che il tuo autista Uber arrivi dal cielo piuttosto che dalla strada? L'obiettivo fissato da UberAIR per far partire i primi voli dimostrativi è il 2020. E per ora interesserà tre città: Los Angeles (che nel 2028 ospiterà le Olimpiadi), Dallas e Dubai. Non solo, Uber ha anche siglato un accordo con la Nasa per mettere a punto un nuovo sistema di controllo del traffico senza pilota e di veicoli aerei senza pilota da utilizzare a bassa quota. 

  

Il video lanciato dall'azienda spiega, raccontando la storia di una mamma che al termine del lavoro deve tornare a casa dai propri figli, come funzionerà il nuovo servizio. I passeggeri prenoteranno il loro "volo" attraverso la app, quindi saliranno sul tetto di un grattacielo dove verrà allestito uno "skyport" e decolleranno alla volta della loro destinazione con piccoli velivoli elettrici, ad atterraggio e decollo verticale, in grado di ospitare fino a 4 persone. Ovviamente la macchina tradizionale (o a guida autonoma se preferite) non è esclusa e servirà per completare il viaggio dallo "skyport" di arrivo alla destinazione finale. In ogni caso, secondo i calcoli di Uber, se oggi dall'aeroporto di Los Angeles allo Staples Center ci vuole circa un'ora e mezza, Uber air consentirà di compiere lo stesso tragitto in mezz'ora. 

 

  

Nel presentare il progetto The Verge ha sottolineato alcune criticità. Anzitutto il fatto che, in questa visione futuristica, non vengono minimamente prese in considerazione le misure di sicurezza che ormai accompagnano qualsiasi nostro viaggio (nessun metal detector o controllo all'imbarco appare nel video, ma trattandosi di uno spot, probabilmente, è inevitabile). La cosa più importante, però, riguarda l'aspetto tecnologico: sia quello della realizzazione degli "skyport", sia il fatto che al momento non esistono velivoli come quelli che Uber utilizzerebbe per il trasporto (elettrici e con la capacità di atterrare e decollare in verticale). Il tutto, ovviamente, senza dimenticare gli ostacoli normativi.

 

Per quanto riguarda gli “skyport” Uber ha annunciato di aver siglato un accordo con Sandstone Properties per lo sviluppo di un’infrastruttura di eliporti che serviranno come centri per il decollo e l’atterraggio dei voli uberAIR. La società dispone infatti di oltre 20 location posizionate all’interno dell’area estesa di Los Angeles e saranno tutte a disposizione esclusiva della rete Uber Elevate.

  

Ma le problematiche non sono finite. Secondo l'Air Traffic Management Research Institute (ATMRI) della Nanyang Technological University infatti il trasporto aereo deve fare i conti anche con due aspetti tutt'altro che irrilevanti. Il primo è quello legato al territorio, considerato sia in base all'orografia, sia all'urbanistica. Servono terreni il più possibile aperti (sgombri cioè di spazi ristretti) e privi di ingombri orizzontali (fili della luce, alberi ecc.). La seconda è invece legata alla dimensione urbana del trasporto. Ogni decollo verticale ha un costo che è dieci volte superiore a quello di una accensione di un automobile, che può essere ammortizzata nel minor consumo di carburante e nel minor tempo impiegato per quei trasporti urbani medio lunghi. Lo studio di fattibilità economica realizzato dall'università mette in evidenzia come per gli spostamenti in piccole città o per brevissimi spostamenti in grandi città l'aerotrasporto non è conveniente. 

Ciò nonostante, secondo le stime di Uber, una corsa 100% elettrica effettuata ad oltre 300 km/h nei cieli di Los Angeles potrà competere, per prezzo, con la stessa tratta percorsa con il servizio uberX.

 

Insomma il futuro, forse, è alle porte. E anche se Elon Musk, il visionario proprietario di Tesla, ha commentato l'avvento delle "macchine volanti" spiegando, in un'intervista a Bloomberg, di avere qualche difficoltà ad immagine che si tratti di un progetto destinato a crescere, Holden e Uber non la pensano così.

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