Vicker, l'app che fa trovare a chiunque il lavoratore (e il lavoro) di cui ha bisogno

Stefania Nicolich
La start up è il frutto dell’inventiva di due giovani vicentini che avevano tutt’altri progetti nella vita. Matteo Cracco voleva perseguire la carriera di regista e Luca Menti quella di cantante.

Delega agli altri quello che non vuoi o non hai tempo di fare tu, è il concetto che sta dietro a Vicker, app per smartphone e tablet che consente di trovare in modo facile e veloce un lavoratore per ogni esigenza. Di cosa potesti aver bisogno? Pulire casa, riparare un guasto, far portare a spasso il cane o una seduta di massaggi a domicilio? Puoi richiedere qualsiasi tipo di servizio su Vicker in meno di un minuto, stabilendo la cifra che si è disposti a spendere, partendo da un minimo di 20 euro.

 

La start up è il frutto dell’inventiva di due giovani vicentini che avevano tutt’altri progetti nella vita. Matteo Cracco voleva perseguire la carriera di regista e Luca Menti quella di cantante. In un periodo particolarmente difficile dal punto di vista economico, con clienti che non pagavano, una sera non avevano niente da mangiare e si sono detti tra loro: “Se a qualcuno servisse che gli falciassi il prato per 30 euro, lo farei più che volentieri”. Così nasce l’idea, iniziano a parlarne in giro e trovano degli sviluppatori che credono nel progetto e aiutano a farlo diventare realtà. Partiti dal nulla sono riusciti a ottenere un finanziamento di un milione di euro da due investitori privati ancora prima di fondare la società. Vicker nasce a Roma il 28 dicembre 2015 e il progetto parte ufficialmente a gennaio 2016. E’ riuscita ad attestarsi come unica piattaforma nel suo genere a ottenere l’approvazione del ministero del Lavoro e a diventare agenzia per il lavoro abilitata. Menti spiega: “Veniamo da campi molto lontani dall’imprenditoria, non sapevamo nulla. Il segreto che ci ha permesso di arrivare fin qui? Abbiamo tanta voglia di fare e soprattutto di imparare”.


 

Chiunque può proporsi come lavoratore e sarà esaminato da un team con esperienza nel reclutamento che si occupa di selezionare i candidati più affidabili. I lavoratori si presentano a un incontro o fissano un colloquio via Skype solo dopo aver completato la registrazione, inserendo i documenti di identità e la lista delle competenze. Ogni lavoratore, una volta ritenuto idoneo, potrà arricchire il suo profilo con foto ed esperienze lavorative, permettendo così agli altri utenti di avere un quadro completo e capire se potrà essere la persona più adatta a svolgere il servizio richiesto.

 

Un po’ di numeri

Dal 24 luglio 2016, ci sono stati oltre 15 mila download dell’app. I lavoratori che si candidano rientrano in tutte le fasce d’età, dal diciottenne al più anziano, di 72 anni. Il 70,9 per cento si è iscritto per richiedere servizi e il 49,7 per cento di chi ha provato il servizio lo torna a usare. Le categorie più gettonate sono pulizie, tuttofare, bellezza e benessere. Chi richiede il servizio stabilisce la cifra che è disposto a pagare con una soglia minima di 20 euro e il lavoratore si candida per quell’incarico.
Il lavoratore riceve entro le 48 ore successive al compimento della mansione l’80 per cento del compenso. Il restante 20 per cento viene usato da Vicker per coprire i costi dell’assicurazione (hanno una partnership con Zurich) e dei sistemi di pagamento.

 

Dal primo agosto fino al 15 settembre Vicker rinuncia al proprio profitto per le transazioni andate a buon fine, richieste e ottenute a vantaggio di persone anziane. I lavoratori che aiutano gli anziani a fare la spesa, a portarli dal medico o in farmacia a misurare la pressione, riceveranno perciò il 100 per cento del compenso. Cracco spiega al Foglio: “Vogliamo promuovere una tecnologia buona, cioè una tecnologia che possa essere usata proprio per portare un miglioramento nel mondo”. Nel team ci sono quasi 30 persone pronte a scalare il modello velocemente. Per ora Vicker è attiva su Roma e Vicenza, a settembre sarà presente a Milano e Padova e poi Torino e Bologna, con l’obiettivo di coprire tutta l’Italia entro la fine dell’anno e poter puntare in seguito all’internazionalizzazione.

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