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Il foglio sportivo

Ancora una volta Messi contro Müller

Edoardo Cozza

Più di 1.000 giorni dopo l’ultima volta si ritrovano nella finale del campionato statunitense uno di fronte all’altro dopo aver attraversato un oceano e aver vinto e deciso anche lì: l'argentino con numeri fuori da ogni logica, il tedesco che continua a ribadire la sua puntualità quando il gioco si fa interessante

Una sfida all’undicesimo atto: chi l’avrebbe mai detto che la finale Mls 2025 tra Inter Miami e Vancouver Whitecaps sarebbe stata decisa da un duello tra due stelle del calcio che si sono già affrontate in dieci occasioni tra notti stellari di Champions League e, addirittura, in una finale dei Mondiali? Sì, perché Miami contro Vancouver significa anche Lionel Messi contro Thomas Müller, due dei calciatori più vincenti degli ultimi venti anni. Una sfida che qualcuno già pregustava, come lo stesso attaccante tedesco che, prima dell’inizio dei playoff, raccontava: “La mia storia con Messi mi spinge a sperare di incontrarlo in finale”. Desiderio esaudito, con l’argentino che ha raccolto il guanto di sfida e, dopo la vittoria nella Eastern Conference, ha dichiarato: “Ci attende solo l’ultimo step” in risposta al post social del tedesco: “Stiamo arrivando, siamo pronti”.

 

Il fascino per una sfida che deciderà un sempre più avvincente campionato di oltreoceano, però, non nasce solo da queste piccole – e forse superflue, vista la caratura dei campioni – schermaglie dialettiche, ma si perde in oltre un decennio di scontri che hanno fatto, a loro modo, la storia del calcio. E con il bilancio – parziale, va da sé – che recita 7-3 per Thomas Müller. E come non partire, allora, dal Mondiale 2014: Messi e la sua Argentina sembrano a un passo dallo scrivere la storia: soprattutto per la stella – allora – del Barcellona, c’è l’occasione per levarsi di dosso il peso di non aver vinto il Mondiale come, invece, fece Maradona. Il piano non riesce: la Germania non crolla e non s’inchina, la zampata di Götze nei supplementari fa esultare Thomas Müller e compagni, Messi dovrà attendere il Qatar per togliersi la soddisfazione di diventare campione del mondo. In Nazionale si erano già incontrati tre volte: in amichevole erano state due vittorie argentine e Messi, in un’occasione, aveva anche fatto gol. Ma anche Müller in un precedente aveva segnato: nei quarti del Mondiale 2010, quando la Germania liquidò l’Argentina del ct Maradona con un perentorio 4-0. Insomma, in Nazionale, quando contava, il tedesco ha sempre avuto la meglio. 

 

Ma il duello Messi-Müller è anche quello di serate di Champions con spunti e aneddoti non certo di secondo piano. Si inizia nel 2013, con le semifinali d’andata: il Bayern Monaco batte 4-0 (risultato che ritorna, vedete?) il Barcellona e Müller è mattatore: apre e chiude il poker con un gol di testa e con una scivolata a correggere un cross basso, c’è anche un assist nel mezzo e una qualificazione in finale – poi vinta contro il Dortmund – praticamente ipotecata. In questa partita Messi è malconcio a causa di un problema al quadricipite, che lo terrà poi fuori dalla sfida di ritorno, peraltro inutile vista l’andata. L’argentino si rifarà nel 2015, sempre in semifinale, sempre nell’andata e sempre con una doppietta nel 3-0 che fa brillare al massimo la MSN (Messi-Suarez-Neymar) di Luis Enrique. E al ritorno non basta il gol di Müller per ribaltare la situazione, perché il 3-2 non è sufficiente: in finale andrà il Barcellona, che regolerà la Juventus per 3-1. 

 

Un salto nel 2020, piena estate e pieno Covid: i quarti si giocano al Da Luz di Lisbona a porte chiuse. Ma questa anomala Champions League, con la fase finale agostana organizzata dopo la fine dei campionati posticipati a causa della pandemia, è storica anche per l’8-2 che il Barcellona subisce dal Bayern: una notte epocale per i bavaresi, con Müller che va in gol due volte e trascina la squadra verso la vittoria del trofeo. Storia nella storia: ad allenare quel Bayern che farà il Triplete è Hansi Flick, oggi allenatore del Barcellona. E poi le ultime due sfide, con Messi in maglia Paris Saint-Germain e Müller, ancora, con quella del Bayern. In queste occasioni non ci sono squilli nel tabellino, ma quando i due si affrontano si rispettano e si temono: la memoria dei campioni è ben allenata, sanno che una loro giocata può decidere una competizione. 

 

E adesso, a distanza di 1.004 giorni dall’ultima volta, rieccoli uno di fronte all’altro dopo aver attraversato un oceano e aver vinto e deciso anche lì: Messi con numeri fuori da ogni logica (35 gol e 21 tra assist e rigori guadagnati in 33 partite tra regular season e playoff); Müller con 8 gol in 11 presenze, a ribadire la sua puntualità quando il gioco si fa interessante. E allora “M vs M, atto XI”: la Mls sarebbe il trofeo numero 49 per l’argentino, il numero 33 per il tedesco. Che Messi e Müller si affrontino in una sfida per decidere chi conquisterà il Nord America a pochi mesi dal Mondiale che si giocherà proprio lì, forse, era scritto nel destino.