Foto Ap, via LaPresse
Formula 1
A Città del Messico una gara finalmente splendida
In Messico vince Lando Norris, ora nuovo leader del Mondiale. Seconda la Ferrari di Charles Leclerc, terzo Max Vestappen. Se l'olandese vuole vincere il suo quinto mondiale consecutivo non può più arrivare dietro qualcuno
Città del Messico regala un week end da leone a Lando Norris. L’inglese è il nuovo leader del Mondiale a quattro gare e due sprint dall’ultima bandiera a scacchi. Verstappen recupera qualche punto sulla vetta, da meno quaranta è ora a meno trentasei. Gara finalmente splendida, movimentata dal primo giro fino all’ultimo, nonostante il vincitore abbia chiuso con un vantaggio di trenta secondi sugli inseguitori. Una cosa in stile Pogacar.
Due cose però vanno dette. La prima è che abbiamo una volata davvero interessante per il titolo più ambito (in quello Costruttori, messo in ghiaccio da tempo dalla McLaren, la Ferrari è tornata davanti alla Mercedes. E’ anche vero che se la Red Bull avesse due piloti e non uno i discorsi sarebbero diversi). La seconda è che nessuno ha capito per oltre mezz’ora cosa abbia convinto la giuria di corsa a mettere la Virtual Safety Car a un giro e mezzo dalla fine con Verstappen ormai negli scarichi di Leclerc. Si è trattato di una sosta di Sainz nella zona dello stadio. Episodio mai visto in diretta, e ci può stare, mai riproposto dalla regia internazionale (sempre peggio) e, lasciateci dire, troppo marginale e poco pericoloso per distruggere un finale di gara. Con molta onestà il pilota della Ferrari ha ammesso di essere stato “salvato” da questa decisione. E con altrettanto specchiata onestà l’olandese ha detto che a volte queste decisioni sono a favore e a volte contro. Tutto bello, i ragazzi sono educati e si vogliono bene. Però non sapere cosa sia successo, con tutti che si stavano pregustando un duello rusticano tra i due piloti più forti nei corpo a corpo ecco che arriva il comando dalla direzione di gara: fermi tutti, posizioni congelate e state buoni (se potete…cit). Sommiamo questo a tutte le investigazioni (e le penalizzazioni) che si susseguono ogni volta che un sorpasso viene effettuato al limite. Se aggiungiamo il fatto che i due McLaren rischiano pochissimo in ogni corpo a corpo per non finire fuori e prendersi uno “zero” ecco che il dna del Motorsport soffre tremendamente. Non va dimenticato quel che è successo nei primi giri, con Verstappen magistrale a tenere la sua macchina in una delle escursioni più lunghe sull’erba mai viste. Ci sono stati un numero inenarrabile di scambi di posizione dovuti al fatto che più o meno tutti hanno lottato per tenere la posizione e, magari, guadagnarne qualcuna. Anche qui bisogna intendersi. Nessuno deve andare oltre le regole e trarre vantaggi non consentiti. Ma anche mettere il grembiulino ai piloti e ingabbiarli nella fase più eccitante della tenzone è qualcosa che va contro lo spirito di questo sport. Non si chiede il far west e il “liberi tutti” ma almeno che il confronto sia virile e il talento e l’ardimento non vengano costantemente soffocati.
Consoliamoci con il fatto che qualcosa sicuramente accadrà nelle prossime gare. In Brasile, soprattutto se dovesse piovere, non è quotato un bel recupero di Verstappen. Che però ora è con le spalle al muro. Se vuole vincere il suo quinto mondiale consecutivo non può più arrivare dietro qualcuno. Max sa che ora i due Mc Laren sono paradossalmente più deboli perché hanno quasi gli stessi punti e dovranno essere ancora più cauti nelle loro manovre. Uno squalo come lui queste cose le annusa, le percepisce. Ma non gli basterà, soprattutto se Leclerc e Russell si infileranno ancora su qualche podio. Saranno loro una ulteriore variante in questa volata finale, auspicando che venga decisa dal talento dei piloti e non da virtual safety car o penalizzazioni.
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