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Il foglio sportivo

Il ritorno del derby più caldo, Ascoli-Sambenedettese

Alberto Facchinetti

“Chi ha giocato il Derby del Tronto non ha paura di nulla”, disse Carlo Mazzone. L’ultimo si giocò in Coppa Italia il 3 settembre 1986, vinsero i bianconeri con rete di Vincenzi. Dopo trentanove anni torna le due squadre si affronteranno di nuovo

"Chi ha giocato Ascoli-Sambenedettese non ha paura di niente”, disse un giorno Carlo Mazzone prima di un derby capitolino che lo avrebbe visto sulla panchina della Roma. Il mister aveva disputato il classico marchigiano da calciatore, con la maglia bianconera, e proprio in quella partita, aveva 31 anni nel 1968, si ruppe la tibia in uno scontro di gioco, infortunio che lo costrinse in pratica a chiudere la carriera. Avrebbe giocato ancora una manciata di gare, prima di diventare un allenatore da record. Ma la tragedia più grande accadde il 14 febbraio 1965, il portiere dell’Ascoli Roberto Strulli morì in campo dopo uno scontro fortuito con l’attaccante della Samb Alfiero Caposciutti. L’impatto tra ginocchio e il mento fu devastante.

 

Qualche altro Derby del Tronto si giocò ancora, soprattutto negli anni Settanta in Serie B e in C. L’ultimo fu nel 1986. Dopo trentanove anni torna Ascoli-Sambenedettese, domenica 26 ottobre, alle 14,30. Curiosamente tre giorni dopo, e questa volta sarà invece allo stadio Riviera delle Palme, si replica per la Coppa Italia. Per entrambe le gare c’è il divieto di vendita per il settore ospiti. Il vescovo di San Benedetto del Tronto, Gianpiero Palmieri, ha organizzato un pranzo tra le due squadre, i presidenti hanno accettato di buon grado, i calciatori hanno partecipato. Un messaggio di distensione, non capito però da tutti i tifosi, basta andare a leggere certi commenti sui social.

 

I due club si trovano in Serie C dopo la recente promozione della Sambenedettese. L’Ascoli ci arriva meglio, seconda, senza avere ancora perso una partita. La Samb è invece a metà classifica, sabato scorso è stata sconfitta dal Livorno. Questa estate le squadre delle due città, ma stessa provincia (Ascoli Piceno) con gli stadi distanti mezz’ora d’auto, si sono sfidate a colpi di abbonamenti. L’Ascoli è arrivato a 7.500, la Samb a 5.200. Ma a San Benedetto dicono, tra il serio e il faceto, che pur di vincere questa classifica ad Ascoli hanno tenuto i prezzi più bassi. L’ultimo derby si giocò in Coppa Italia il 3 settembre 1986, vinse in casa l’Ascoli con rete di Vincenzi. Ma quello più ricordato è il penultimo, l’ultimo di campionato. Anche allora si giocava allo stadio Del Duca, il torneo di Serie B si stava concludendo. Era il primo giugno 1986. Finì zero a zero, Ascoli promosso in A, Samb (praticamente) salva. Proprio la quasi salvezza dei rivali, scatenò i tifosi bianconeri che a fine partita contestarono la propria squadra, nonostante il risultato straordinario della promozione. Fuori dallo stadio si verificarono scontri, alcune foto in bianco e nero sul web lo dimostrano.

 

Il centrocampista Bruno Ranieri, tante stagioni e tante presenze negli anni anni Ottanta con i rossoblù, era in campo in quella partita. “Noi eravamo concentratissimi – dice – siamo scesi in campo convinti di portare a casa un buon risultato. Durante il riscaldamento, i tifosi dell’Ascoli ci accolsero con uno sfottò: gridavano 'Etci!', imitando il verso dello starnuto per augurarci la nostra retrocessione. Simpatico. A fine gara, noi festeggiammo con i nostri tifosi la quasi matematica salvezza, mentre gli ultras dell’Ascoli, fuori dagli spogliatoi, contestarono i calciatori della loro squadra che non ci avevano sconfitti. Nel ritorno verso casa, sulla superstrada Ascoli-San Benedetto, da un cavalcavia colpirono con dei sassi il nostro autobus. I vetri andarono in frantumi, ma fortunatamente non ci fu nessun ferito”. I novanta minuti in campo non furono duri. Anzi è proprio questo che i tifosi dell’Ascoli rimproveravano a calciatori e dirigenti, che in qualche modo ci fosse stato un accordo tra le parti che accontentasse entrambi i club.

 

“Nessuna delle due squadre – continua Ranieri – voleva rischiare la sconfitta visto i propri obiettivi. Personalmente giocai una gran bella partita, ma tutta la squadra disputò una gara attenta e di gran livello calcistico e agonistico. Io sono arrivato alla Sambenedettese vincendo il campionato di C1 1980-81 e già in città si pregustava un futuro derby che poi effettivamente arrivò nel 1986. I tifosi ci facevano capire l’importanza del match e la rivalità. Da ex rossoblu vivrò i prossimi due derby in tranquillità, augurando che non ci sia alcuna conseguenza negativa”. Così come Ranieri anche il portiere Simone Braglia (ex pure di Milan e Genoa) e il numero due Giancarlo Petrangeli confermano le parole di mister Mazzone. “Ero a conoscenza anche prima di arrivare che il derby fosse caldo – dice Petrangeli  – ma viverlo in prima persona è stata un’altra cosa. Domenica sarò emozionato, spero in una bella vittoria, sempre forza Samb”.

 

Cerchiamo qualcuno che confuti la frase di Mazzone. Per esempio Enrico Annoni, anche lui in campo quel giorno con la maglia della Samb, ha disputato il derby di Roma, quello di Torino e infine quello di Glasgow. Insomma, esperienza sul tema ne ha. E invece... “Ha ragione Mazzone, che sarebbe diventato proprio il mio mister alla Roma. Io ho sempre disputato derby infuocati. Ascoli- Samb è uno di questi. La partita del 1986 non vedevo l’ora di giocarla perché mi ha sempre dato una carica tremenda disputare certi match”.

 

Nell’Ascoli allenato da Vujadin Boskov (ufficialmente l’allenatore era Aldo Sensibile) giocava anche Beppe Incocciati con il numero nove. “Proprio vero ciò che affermava Mazzone”, dice al Foglio Sportivo. Il difensore bianconero Catello Cimmino scoprì della rivalità tra le due formazioni non appena arrivato in città, lo informarono subito gli ex calciatori dell’Ascoli e della Samb che avevano giocato negli anni Settanta. Quel giorno il numero due uscì dal campo (entrò al suo posto Antonio Dell’Oglio) per una gomitata al labbro. Cimmino aveva un ottimo rapporto con Boskov tanto che quando Vialli sembrava ormai acquistato dal Milan di Berlusconi, lui era un pezzo della controparte tecnica che sarebbe arrivata in blucerchiato. “Non seguo più molto il calcio – dice – non conosco bene i giocatori in campo, ma posso immaginare quanta attesa ci sia per l’evento”.