Tijjani Reijnders con la maglia della Nazionale dei Paesi Bassi durante la semifinale di Euro 2024 contro l'Inghilterra (foto Ap, via LaPresse)

Euro 2024

La sorpresa delle scarpe nere di Tijjani Reijnders

Giovanni Battistuzzi

Nella seconda semifinale dell'Europeo di calcio tra Inghilterra e Paesi Bassi, c'era qualcosa di strano: gli scarpini che il centrocampista olandese indossava

Nel corso della seconda semifinale di Euro 2024, quella tra Inghilterra e Paesi Bassi, si poteva percepire un brusio visivo, una nota stonata. Era lì davanti a tutti dall’inizio, un piccolo fastidio che però non sapevamo individuare. Non riguardava il modo di giocare delle due nazionali, non c’entrava nulla la qualità del gioco o la bravura degli interpreti. Ciò che rendeva strano, o quanto meno non usuale, quello che stavamo guardando non aveva nulla a che fare con il gioco, con gli attacchi e le difese, i dribbling tentati o i passaggi sbagliati. 

Fu alla metà del primo tempo, quando il regista ha scelto di mandare in onda le riprese di una telecamera che non offriva il campo largo, ma si concentrava su di una piccola porzione di terreno di gioco che quel brusio visivo si è palesato per quello che è, qualcosa a cui i meno giovani erano abituati, ma a cui non siamo tutti più abituati. A tal punto da percepirlo come una discordanza. Tijjani Reijnders calzava delle scarpe nere. 

In campo, arbitro a parte, ma tanto nessuno presta attenzione all’arbitro, era l’unico calciatore che aveva ai piedi degli scarpini neri. E in stadi dove si rincorrono, si dribblano, passano e calciano, giocatori dalle calzature viola, rosa, gialle, blu, bianche, rosse, quel non colore è una visione choccante e capace di catturare l’attenzione alla stessa maniera dell’apparizione delle scarpe rosse di George Weah nella seconda metà degli anni Novanta del secolo scorso, o di quelle bianche che aveva iniziato a indossare Marco Simone per dare continuità alla divisa bianca bordata elegantemente di rossonero del Milan di allora. 

Nel vedere le scarpe nere di Tijjani Reijnders non saliva la nostalgia per il calcio che fu, emergeva solo una totale impreparazione cromatica all’evento. Un’impreparazione che a volte capita anche in città al passaggio di tutta quella gente a noi ignota che si muove attorno a noi, dove le scarpe nere non sono più le uniche possibili. 

Il mondo è più colorato di un tempo, il calcio è più colorato di un tempo. E non è un male. Fa strano solo essere ormai impreparati a quelle tonalità “che sono le più eleganti tra le tinte, perché non esiste il nero, ma i neri”. O così almeno disse Yves Saint Laurent. 

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